Ritratto di famiglia (in barca a vela)

Omero dice che questa foto non può diventare il nostro ufficiale ritratto di famiglia in barca a vela perché lui non si vede abbastanza… Ma a me questa foto piace molto (ce l’ha scattata l’amica Silvia all’arrivo a Trapani l’anno scorso), e ritrovarla mi ha fatto pensare alla strana famiglia che siamo, io lui e la Freya (che infatti a volte chiamiamo bimba).

Per carità, lo diciamo con ironia, nessuna intenzione di paragonare una barca a un figlio, è solo che ci prendiamo talmente tanta cura di lei e la nostra vita dipende talmente tanto da lei che a volte davvero ci sembra di avere a che fare con un bambino piccolo…

ritratto di famiglia in barca a vela

Strana famiglia perché abbiamo scelto di vivere nel mare, per di più spesso in mezzo a persone che non conosciamo. E perché siamo davvero molto diversi uno dall’altro.

Omero, lo sapete, oltre ad essere un grande marinaio, è diretto, aperto, gioviale, appassionato di cibo e cucina, ha una massima in dialetto per quasi tutte le situazioni della vita, sa aggiustare qualsiasi cosa. Ed è capace di essere un duro comandante all’occorrenza.

Io, per quelli che non mi conoscono, sono praticamente l’opposto: sono un po’ introversa, anche se mi piace parlare con le persone, mia mamma mi diceva che avevo due mani sinistre tanto ero poco portata per la manualità, e sono vegetariana convinta (che non vuol dire che non mi piace mangiare, solo che mangio in  maniera “diversa”).

Omero non sopporta le città per più di qualche ora e solo se deve andarci per necessità, io ho vissuto tre anni a Manhattan. Io non sopporto i supermercati e i negozi per il fai-da-te e Omero ci passa ore intere.

Eppure, pur venendo da mondi e da culture davvero diverse, la passione per il mare e per il vento, l’amore per la vela, il passare così tanto tempo insieme e per di più in uno spazio ristretto come quello di una barca, ci fanno vivere una sintonia molto profonda.

Ed è solo quando interviene qualcosa da fuori a confrontarsi con noi che ci accorgiamo di essere “strani”. Capita che qualcuna delle persone che sale in barca o che incontriamo in giro si meravigli della vita che abbiamo scelto, dell’accoppiata che siamo, della differenza di età, delle nostre abitudini, e ci faccia notare che siamo una strana famiglia, una strana famiglia in barca a vela.

Noi, dal canto nostro, non vediamo tutte queste differenze… abbiamo avuto a bordo famiglie di ogni tipo: amici, coppie, con figli, senza figli, figli adottati, due donne, due uomini, ex riappacificati, ex nuore ed ex mogli amiche tra di loro, giovani in viaggio di nozze, 35esimi anniversari di matrimonio, single che si sono fidanzati a bordo.

E sempre ci è sembrato tutto “normale”. Forse è il mare che fa scomparire le differenze, per lasciare in vista solo quello che conta davvero: la sincerità dei rapporti, la voglia di stare insieme, la condivisione di una passione. Chiunque salga a bordo è un marinaio e farà la sua parte, e se ce ne sarà bisogno gli altri lo aiuteranno – tutti, a bordo, diventano in qualche modo famiglia.

 

 

2 commenti
  1. Silvia
    Silvia dice:

    Che belli!!! Siete una coppia magnifica e di tutto il resto chi se ne frega :))
    E’ verissimo, l’amore per la barca, il mare, il vento azzera tutte le differenze e ti fa vivere all’unisono. Vedi tutto con lo stesso sguardo e la stessa prospettiva. poi l’amore reciproco, come dici tu, chiude il cerchio.
    Un bacio per ciascuno

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