Scuola di vela in Mediterraneo: navigazione da Trapani a Lipari

L’unico modo di imparare la vela, si sa, è praticarla. E se si può farlo affiancati da un marinaio di esperienza e su una barca solida e attrezzata allora la scuola di vela, in Mediterraneo o in Oceano, diventa qualcosa di più di un’applicazione di nozioni e di teorie. Diventa scuola di pratica marinara, come la chiama Omero: con lui al comando e con la Freya in forma si possono affrontare condizioni di vento e di mare anche abbastanza impegnative, imparando le soluzioni pratiche che chi va in mare da tanti anni ha messo a punto per navigare in sicurezza – che non vuol dire solo avere le cinture e la life line, ma prevenire i possibili contrattempi, equilibrare bene la velatura, usare le ritenute, modificare la barca nel tempo per adattarla alle proprie necessità, nonché valutare con attenzione l’equipaggio, le condizioni per la partenza e l’atterraggio e anche il momento opportuno per approfittare del porto.

Certo, ci vuole anche un po’ di fortuna, che in questa nostra settimana di navigazione da Trapani a Lipari dobbiamo dire non è mancata: abbiamo avuto le condizioni ideali per fare una vera e propria settimana di scuola vela in Mediterraneo – dal vento fresco alla burrasca, dalla bonaccia alle termiche da sfruttare con tutta la vela.

Bellissime giornate di vela, quindi, a cui si sono alternate bellissime giornate di scoperta delle meraviglie di terra che il Mediterraneo ha da offrire: la Sicilia normanna tra Palermo e Cefalù, i paesaggi verdissimi delle montagne siciliane (inaspettati!), i vulcani attivi alle Eolie, i borghi di mare ancora silenziosi prima dell’arrivo dell’estate.

Perché la scuola di vela, in Mediterraneo soprattutto, è anche scuola di pazienza e di osservazione: non è la navigazione in Aliseo quella del nostro mare, è navigazione tra venti spesso dispettosi e incostanti, con onda che subito si fa corta e gagliarda, oppure senza vento – condizioni che a volte non ti lasciano altra scelta che aspettare. Ma per fortuna aspettando si può godere di alcuni dei luoghi più spettacolari del mondo.

Scuola di vela in Mediterraneo: vento fresco, vento forte e burrasca

La sapete, giusto, la barzelletta del bravo marinaio e del marinaio migliore…? Nasconde una grande verità, che è quella di saper considerare con attenzione i limiti propri e della propria barca, per decidere se e quando lasciare il porto. Le previsioni indicavano l’arrivo del Maestrale nella giornata di domenica, prima moderato, poi in deciso rinforzo – oltre i 40 nodi con raffiche più violente. Il tutto accompagnato dall’onda che ha modo di crescere nel canale di Sardegna e che, avremo constato il giorno dopo, arrivava a tre metri (tre metri veri, non quelli dei pescatori!).

scuola di vela in Mediterraneo meteorologia

 

D’accordo con l’equipaggio Omero ha quindi deciso di lasciare Trapani nel pomeriggio di sabato, anticipando la partenza e soprattutto anticipando il tratto di navigazione in cui il Maestrale forte ci avrebbe dato più fastidio: quello da Trapani a San Vito lo Capo, con mare e vento contro. Il vento forte, quindi, lo abbiamo preso sì, ma in poppa, in una bellissima giornata di vela da San Vito a Palermo: mare e vento a favore, le vele a farfalla con il genoa tangonato, l’equipaggio felice che si alternava al timone e la Freya sicura che cavalcava. Il vento ha continuato a rinforzare per tutto il giorno e veloci veloci abbiamo passato i diversi capi della costa settentrionale della Sicilia – San Vito, verdissimo e imponente nella luce dell’alba, Punta Raisi verso mezzogiorno e infine il maestoso Capo Gallo, che ci ha regalato le onde più belle da surfare, prima di stringere la bolina per le ultime miglia ed entrare a Palermo nel primo pomeriggio.

Soprattutto con vento sostenuto al traverso, gli ormeggi sono sempre una delle cose più importanti e difficili da imparare. Spesso la voglia di navigare e navigare ancora prevale in chi viene a fare una settimana di scuola vela in Mediterraneo, ma Omero non si stanca mai di ripetere che per andare a vela in mezzo al mare non ci vuole gran che, e che la prima cosa da imparare bene quando si vuole andare in barca è fermarsi, che sia all’ancora o in banchina. Ovviamente non ha senso che stiamo a descrivervi tutte le possibili condizioni, variabili e soluzioni per l’ormeggio, ma alcuni punti da tenere a mente e su cui fare pratica si possono elencare. Una cosa che spesso viene dimenticata da chi prende una barca a noleggio, ad esempio, è istruire bene l’equipaggio (moglie e amici) sulla manovra prima di eseguirla: solo così si potrà avere la certezza che qualcuno penserà a fermare la prua con il corpo morto, qualcun altro a sistemare i parabordi dove servono (sempre uno in mano sottovento a prua), qualcuno a lanciare le cime ben preparate a poppa in banchina al momento giusto (non a 10 metri di distanza) – senza urla e senza scene poco decorose…

 

La burrasca è arrivata nella notte di domenica ed ha proseguito per tutta la giornata di lunedì, giornata che abbiamo deciso di passare esplorando Palermo: c’è chi la burrasca la cerca, e in verità la Freya e Omero non avrebbero avuto problemi a prendersi quel vento e quell’onda in poppa per arrivare in un soffio alle Eolie, ma perché rischiare? Quando si naviga al limite non c’è margine, ogni errore e ogni rottura si pagano, e non è la condizione ideale per la scuola di vela, dove gli errori devono essere ammessi per definizione. Palermo, poi, è una città meravigliosa, personalmente una delle mie città preferite al mondo, e ce la siamo davvero goduta: camminando, osservando, ascoltando, assaggiando.

Il resto della navigazione, fino alle Eolie, è stata in condizioni di poco vento: per un po’ abbiamo deciso di seguire il vento invece della rotta per fare vela, ma quando gli stomaci hanno cominciato a ribellarsi all’onda lunga che la burrasca di Maestrale aveva lasciato non c’è stata alternativa al vento cosiddetto di sentina…. E siccome c’è sempre da imparare qualcosa abbiamo scoperto che la condizione più temuta dal velista (niente vento e tanta onda) in dialetto genovese si chiama “bulesume”. Nelle ore più tranquille a motore i discorsi su lavori a bordo, materiali, soluzioni e attrezzi si sono sprecati: con un equipaggio di armatori passati, presenti e futuri direi che è stato uno dei temi più apprezzati della settimana di scuola di vela… Abbiamo approfittato della bonaccia e del sole anche per una passeggiata a Cefalù (il cui ormeggio è precario con venti sostenuti), piccolo gioiello normanno arroccato sul mare che nessuno di noi conosceva e che vale davvero una visita fuori dai periodi più affollati.

 

Infine, le Eolie: la settimana di scuola vela in Mediterraneo si è arricchita delle più classiche manovre – bordi su bordi, atterraggi in rada, sfruttare ogni refolo del poco vento che si incanala tra le isole, fare la guardia durante gli ormeggi dei vicini poco esperti con barche a noleggio…. E anche, ammettiamolo, di cibo: abbiamo esagerato, felici per il fatto che eravamo praticamente nell’unico angolo di Italia con il sole, quasi soli nelle isole di solito affollatissime di barche e turisti e coccolati dai gentilissimi eoliani, orgogliosi dei propri sapori.

 

Un grazie, come sempre, va all’equipaggio che ci ha accompagnati in questa settimana di scuola vela in Mediterraneo: un bel gruppo affiatato, davvero volenteroso di imparare e molto capace. Nel video li vedete all’opera, sotto lo sguardo attento del comandante…