Ventotene, Ponza e le isole del Golfo di Napoli in barca a vela
Quello tra le Isole Pontine e le isole del Golfo di Napoli in barca a vela è forse uno degli itinerari più classici del Mediterraneo, ma era da molto tempo che Omero e la Freya non lo ripercorrevano e per noi è stata quasi una prima volta.
Eolo ci è stato benevolo e in una settimana abbiamo toccato Capri, Sorrento, Ischia, Procida, Ventotene e Ponza: ogni giorno un’isola, ogni sera un porto, navigando, passeggiando, gustando, osservando tutte le meraviglie di mare e di terra che queste isole ricche di storia e di fascino hanno da offrire, nella migliore tradizione mediterranea. Abbiamo avuto poi il privilegio di navigare queste isole meravigliose un po’ fuori stagione, senza la ressa che l’estate e la loro vicinanza alle coste del continente portano inevitabilmente da giugno in poi.
Il Golfo di Napoli in barca a vela: Capri, Sorrento, Ischia e Procida
Se si parla delle isole del Golfo di Napoli in barca a vela le prime che vengono in mente sono senza dubbio Capri e Ischia, ma noi, lo dico subito, abbiamo amato in maniera particolare Procida: piccola, coloratissima, bella senza essere sostenuta ne’ sfacciata, con una vera e lunga tradizione di mare. A Capri abbiamo deciso di fermarci solo per il pranzo in rada, un po’ disturbati dal via vai di barche e barchini, ma consolati dalla mozzarella di bufala e dalla vista mozzafiato… La prima sera della nostra settimana tra le isole del Golfo di Napoli in barca a vela abbiamo invece deciso di passarla a Sorrento, nel piccolissimo porticciolo proprio ai piedi del paese, che è elegante e molto suggestivo, e ci ha regalato un tramonto spettacolare, riflesso di luce tra i pini e le scogliere.
Facendo poi lo slalom tra i temporali di questo maggio dispettoso (che non ci hanno preso) siamo arrivati a Procida, che (impossibile evitare l’analogia) si apre come un presepe di colori pastello e colpisce, tra la movida di Capri e Ischia, per la sua quiete. Se visiterete Procida preparatevi a camminare lungo le strade strette e su e giù per scalinate impegnative (la nostra Giulia ha segnato 18 km!), ma sappiate che ne vale davvero la pena. A dimostrare che Procida è davvero un’isola di marinai i tre centri abitati sorgono ciascuno su un porto: il porto turistico e commerciale sul versante nord orientale dell’isola (ben ridossato, bello, comodo e vicino a tutti servizi) il porticciolo di Chiaiolella (meno attrezzato e aperto a sud) e il porticciolo di Corricella, sicuramente più scomodo e precario, ma dalla bellezza mozzafiato.
Sul paese di Procida svetta l’Istituto Nautico che dai primi anni del 1800 è una delle istituzioni più importanti per la formazione dei marittimi del Mediterraneo, nato dall’idea di un sacerdote, Marcello Eusebio Scotti, che aveva qualche anno prima pubblicato un libro dal titolo indimenticabile: il “Catechismo Nautico”. Nel libro ci sono regole e consigli per tutti i naviganti, procidani e non solo, e anche per le loro donne, sole a casa ad aspettare portando avanti un lavoro non meno duro, quello di crescere i figli e amministrare le case.
Finalmente sotto un sole senza ombre ne’ nuvole lasciamo Procida per proseguire la settimana nel Golfo di Napoli in barca a vela esplorando Ischia. Spettacolare l’ancoraggio sotto il Castello Angioino, la veleggiata lungo le coste verdi e scoscese coltivate a vite e spettacolare anche l’ormeggio a Sant’Angelo, porticciolo un po’ rustico e molto chic nel versante meridionale dell’isola – entriamo subito nella parte concedendoci passeggiate tra negozi, pasticcerie e aperitivi al tramonto…
Ventotene e Ponza
A Ischia si potrebbe restare giorni interi veleggiando, ma ci siamo ormai immedesimati nello spirito nomade di chi si sveglia la mattina e ha voglia di vedere cosa c’è ancora un po’ più in là. Decidiamo di proseguire oltre il Golfo di Napoli in barca a vela: forse si può approfittare della stagione ancora un po’ incerta per goderci anche le Pontine senza troppa gente e senza troppe barche in rada? Abbiamo avuto ragione, e abbiamo passato ancora due splendide giornate tra Ventotene e Ponza.
Ventotene è piccola e remota, la classica isola con le chiavi di casa lasciate nella serratura anche di notte e gli isolani che fanno tutti due lavori perché sono troppo pochi. A noi è piaciuta tantissimo. È spettacolare il suo porto romano (che però abbiamo evitato per l’ormeggio perché molto stretto) con i locali scavati nel tufo, sono spettacolari le sue coste scoscese e le spiaggette, il suo mare trasparente, le sue stradine colorate e le sue terrazze affacciate sul blu.
Spettacolare anche il carcere costruito sulla vicina Santo Stefano, che proprio alla vigilia delle elezioni europee ci ha ricordato il Progetto per un’Europa libera e unita sognato e scritto da Altiero Spinelli ed Ernesto Rossi, confinati qui negli ultimi anni del fascismo. Forse è una suggestione della storia, ma Ventotene mi è sembrata in effetti un’isola “intellettuale”, un po’ come l’isola di Ustica: pur avendo un mare pulito e cristallino e bei paesaggi, trasmette soprattutto una dimensione contemplativa e quasi spirituale del vivere separati da tutto, sorte che è toccata alle donne ribelli dell’Impero esiliate a Villa Giulia prima che ai padri dell’Europa incarcerati a Santo Stefano. Un’isola che merita una visita più approfondita, e dove si potrebbe anche pensare di trasferirsi per un po’…
Dopo Ventotene, la nostra settimana iniziata nel Golfo di Napoli in barca a vela si conclude a Ponza, regina di questo angolo di Mar Tirreno, mondana e modaiola, con acque e rade spettacolari, in estate sempre troppo affollata per i nostri gusti. Il privilegio di ancorarci al Frontone praticamente da soli e di avere un pontile in porto tutto per noi non ce lo dimenticheremo facilmente…