Le “nostre” Egadi in barca a vela: tre poesie
E finalmente siamo riusciti ad esplorare bene le Egadi in barca a vela. Arrivati a ottobre, già sotto la pioggia, non avevamo avuto modo di apprezzarne i colori e le rade, ma tra aprile e i primi di maggio abbiamo preso una bella rivincita veleggiando a lungo tra Favignana, Levanzo e Marettimo per l’inizio di stagione. Sono tre isole talmente diverse le Egadi che non sembrano neppure così vicine. La cosa che hanno in comune è che sono esposte ai capricci del vento del canale di Sicilia, e danno sempre un bel po’ da fare, quando non sono del tutto irraggiungibili per la furia del vento di Scirocco… Saverio, un amico che ha spesso navigato qui mi ha detto “le Egadi sono tre poesie”: aveva ragione, ed è così che ve le racconterò, ognuna con la sua poesia, per come l’ho sentita io.
Non posso non cominciare a raccontare da Marettimo, che è un’isola davvero “isola”: lontana e spesso irraggiungibile, con coste inospitali, abitata da veri isolani, silenziosi e gentili, pronti a condividere tutto. È stato il Maestrale ad accompagnarci a Marettimo, ed è stata la fortuna a lasciare libero per noi l’unico ormeggio alla banchina del traghetto all’interno del minuscolo porto*. Sono stati gli ufficiali della Capitaneria a consigliarci dove mangiare** e i pescatori silenziosi che cucivano le reti a farci compagnia per l’aperitivo. È stato un sole bellissimo di primavera a regalarci lo spettacolo dei suoi colori, con la trasparenza dell’acqua in porto da togliere il fiato.
A Marettimo, di fatto, “non c’è nulla”, e la sua poesia è questa: l’essenzialità. Essenzialità di risorse e di possibilità, che sembra allargarsi come un respiro lento e profondo, come l’onda lunga del mare, e far diventare essenziale tutto il resto. A Marettimo si sentono poche parole, si vedono pochi movimenti: perché affannarsi, dove correre, cosa raccontare che non si sa già? Il confine di ciò che è possibile sull’isola è sempre visibile, non si può scordare mai. Io e Omero ci siamo innamorati di Marettimo: è un’isola bellissima, che vi auguriamo di riuscire a vedere senza la ressa estiva che sicuramente ne snatura l’atmosfera, anche se in nessun modo potrebbe diminuirne la bellezza.
Con un po’ di maestralino in poppa le veleggiate da Marettimo a Favignana sono una gioia, e sull’isola principale delle Egadi non mancano belle rade in cui passare le giornate e anche le notti (anche se dobbiamo ammettere che ogni santa sera dei nostri giorni alle Egadi in barca a vela abbiamo rimpianto i ridossi favolosi delle isole delle Bocche di Bonifacio…). Cala Rossa, la più spettacolare per i colori dell’acqua e della scogliera, Cala Rotonda, da approcciare con attenzione ma davvero selvaggia e solitaria, gli ancoraggi intorno all’isolotto del Preveto, con fondali molto interessanti e lo scenario brullo della Montagna Grossa a fare da sfondo.
A Favignana però, come direbbero gli abitanti di Marettimo, “c’è troppa gente”: il paese, molto carino, è un susseguirsi di bar, ristoranti e negozi, così come il porto è un susseguirsi di aliscafi, barche e turisti. Ovviamente val bene una sosta, soprattutto per visitare l’Ex Stabilimento Florio, impianto di lavorazione del tonno che per secoli è stato pescato nel canale tra Favignana e la Sicilia con l’antico metodo della tonnara a reti fisse. Ed è innegabile che proprio la sua tonnara sia la poesia di Favignana: poesia brutale e di fatica, di tradizione e di innovazione, una poesia a cui non si resta indifferenti, nel bene o nel male, che racconta la storia di un Sud industriale e all’avanguardia, e il legame di quest’isola con il suo mare.
Proprio durante uno dei nostri week end in barca a vela alle Egadi sono state riposizionate, per la prima volta dopo molti anni, le reti della tonnara: la pesca si riaprirà, con i suoi riti, le sue preghiere, il suo rais. Non si riaprirà lo stabilimento, che è stato in realtà la vera innovazione di Favignana: la pesca si faceva sostanzialmente allo stesso modo da quando gli arabi lo perfezionarono e lo adottarono su entrambe le sponde del Mediterraneo, ma qui a Favignana la famiglia Florio costruì il primo stabilimento di lavorazione del tonno per conservarlo sott’olio in scatole di latta. La storia lascio che ve la raccontino le bravissime guide che vi accompagneranno nella visita allo stabilimento, dove lavoravano centinaia di donne e di uomini la cui fatica sembra ancora di sentire camminando tra le immense vasche di bollitura, così come guardando le barche della mattanza che si preparano a uscire sembra di vedere il mare che diventa rosso del sangue di migliaia e migliaia di tonni, nella loro lotta impari contro le reti di nuovo calate.
Levanzo, infine, senza dubbio la più fotogenica delle Egadi: le sue basse case bianche affacciate sullo specchio d’acqua turchese del porticciolo sono uno spettacolo che ha lasciato a bocca aperta noi e tutti quelli che con noi hanno passato qualche giorno alle Egadi in barca a vela. Avendo avuto il privilegio di vederla fuori stagione abbiamo colto un’atmosfera che difficilmente si può vivere in piena estate, dove ai 200 abitanti dell’isola si aggiungono probabilmente migliaia di persone con l’adrenalina della città e molte parole da dire. Noi Levanzo l’abbiamo trovata romantica e molto pigra, quasi assonnata. La poesia di Levanzo, per me, è proprio il suo essere lenta e quasi languida, come quelle donne che sanno di essere belle e di non dover far nulla per sedurre qualcuno: devono solo farsi vedere, e forse se non fanno troppo sforzo è anche meglio… Così Levanzo non fa altro che offrire a chi passeggia per l’unica strada o lungo i sentieri i suoi contrasti di colore: il bianco e il turchese del paese, il verde e l’azzurro degli scorci di mare, il rosso e il blu delle barche dei pescatori sull’acqua.
* Nota per l’ormeggio a Marettimo – In estate viene allestito un pontile galleggiante all’interno del porto, oltre ai campi boe non lontani. Nei mesi in cui boe e pontile non ci sono è necessario chiamare la Capitaneria per chiedere dove poter ormeggiare: al banchinone fuori dagli orari della nave o all’inglese in seconda/terza fila più all’interno del porto. Ad ogni modo la notte a Marettimo è tranquilla solo in condizioni di poco vento da nord o da ovest, mentre con i venti da sud il porto non è sicuro.
**Il Veliero, tutto buonissimo, molto gentili e non cari.