Prevedere il tempo osservando il cielo: nuvole e meteo marina
Prevedere il tempo osservando il cielo è una delle cose che chi va per mare impara a fare in maniera quasi istintiva, ma per farlo bene è in realtà necessario avere dei fondamenti di conoscenza della scienza meteorologica. Unire le due cose – la conoscenza teorica e l’osservazione diretta – è un elemento importante per la sicurezza della navigazione, soprattutto quando si naviga in altura: si guardano le previsioni professionali, certo, ma non si perdono di vista il barometro, l’anemometro e soprattutto il cielo, che attraverso le nuvole e la loro evoluzione sa dare indicazioni anche molto accurate su quello che succederà nelle prossime ore e perfino nei prossimi giorni.
È invece molto meno utile per prevedere il tempo l’osservazione del mare, che essendo un’enorme massa reagisce con molta più lentezza a fenomeni anche violenti. In mare si possono vedere i segni di una perturbazione passata o lontana (mare morto, onda lunga), ma difficilmente possiamo capire se si sta allontanando o avvicinando. Osservare il mare è comunque importantissimo in situazioni di instabilità per cogliere i segni di fenomeni imminenti: l’acqua che “bolle” o l’inizio di un’insolita increspatura precedono di minuti colpi violenti di vento o trombe marine e vederli in anticipo ci darà almeno il tempo di ridurre la velatura…
Suggeriamo poi di tenere sempre d’occhio, oltre al cielo, al barometro e all’anemometro, anche le indicazioni empiriche spesso riportate nei portolani: facendo sintesi delle conoscenze del luogo i portolani danno spesso informazioni sulla meteorologia locale, semplici e molto utili.
Prevedere il tempo osservando il cielo: riconoscere le nuvole
Diverse combinazioni di pressione, correnti e umidità formano diversi tipi di nuvole: saperle riconoscere è l’elemento più importante per prevedere il tempo osservando il cielo, perché ci permette di capire come si sono formate e quindi quali eventi atmosferici sono in atto e, con buona approssimazione, quali stanno per verificarsi.
Le informazioni da riportare per una conoscenza approfondita delle nubi sarebbero moltissime, e non basterebbe di certo un breve articolo. Qui di seguito sintetizziamo le più rilevanti per prevedere il tempo osservando il cielo ai fini della navigazione e delle condizioni meteomarine.

Immagine: Valentin de Bruyn / Coton CC BY-SA 3.0, via Wikimedia Commons
Esistono 10 generi principali di nubi, riportate nell’illustrazione, ma nella realtà è molto più difficile distinguerle di quanto possa sembrare dal disegno: in primo luogo perché, spesso, ci sono più tipi di nuvole in cielo nello stesso momento e in secondo luogo perché a volte l’unico elemento che distingue un genere dall’altro è l’altezza a cui si trovano (difficile da valutare ad occhio nudo).
Come al solito, quindi, sono l’esperienza e la pratica ad aiutare.
Oltre alla forma e all’altezza delle nubi, altro elemento molto importante per prevedere il tempo osservando il cielo è l’identificazione del tipo di fenomeno che le genera: l’arrivo di aria calda o di aria fredda, la convezione, etc. Una volta messe insieme queste osservazioni, riusciremo a stabilire con buona approssimazione se aspettarci l’arrivo di una bassa o di un’alta pressione, la formazione di piogge o temporali, colpi di vento.
Nubi basse (fino a 2.000 metri):
Gli strati sono le classiche nubi diffuse biancastre e senza una forma definita: sono quelle che in caso di umidità si abbassano al suolo fino a diventare nebbia. Non portano precipitazioni importanti e indicano una certa stabilità nei bassi strati dell’atmosfera.
Gli stratocumuli sono più alti e di forma più addensata rispetto agli strati, indice che si è instaurato un certo movimento d’aria tra le zone più basse e quelle più alte dell’atmosfera: la nube sale fino a raggiungere l’aria più alta e più stabile che ne blocca l’ascensione e la fa sviluppare in orizzontale. Anche gli stratocumuli sono associati a fenomeni di debole intensità.
I cumuli sono le classiche nuvole dell’Aliseo in oceano e in genere del bel tempo: sono generati da un movimento convettivo, dal basso verso l’alto, che porta in quota l’umidità generata dall’evaporazione. Sono appunto nuvole di bel tempo, ma osservando la loro evoluzione nel corso della giornata si possono ottenere informazioni preziose per prevedere il tempo osservando il cielo: se si formano al mattino, si ingrandiscono leggermente fino alle ore più calde e poi tendono a dissolversi, significa che siamo in situazione di stabilità. Se invece nelle ore più calde i cumuli cominciano a svilupparsi in altezza (diventando cumulonembi) è probabile che si formino temporali con i relativi colpi di vento.
Nubi medie (tra 2.000 e 6.000 metri):
Gli altocumuli possono assumere diverse forme, tra cui la più famosa è quella a “pecorelle”, segno inequivocabile dell’arrivo di pioggia nel giro di 24 ore. Sono altocumuli anche molte delle nubi lenticolari che si vedono formarsi vicino alle montagne in presenza di vento. Gli altocumuli preannunciano di solito l’arrivo di un fronte freddo: l’aria più fredda in arrivo scalza l’aria più calda in stazionamento, un fenomeno più violento rispetto all’entrata di un fronte caldo e che fa ruotare il vento in senso orario.
Gli altostrati sono nuvole fitte, grigie o bianche, che non vengono mai da sole e sono indicazione sicura di un cambiamento nel tempo: quando si presentano gli altostrati ci si possono aspettare venti deboli e precipitazioni, soprattutto quando l’altostrato si abbassa di quota e si ispessisce, gonfiato dall’aria umida, diventando un nembostrato.
Nubi alte (oltre 6.000 metri):
Le nubi alte sono tutte della famiglia dei cirri (cirrus in latino significa ciocca di capelli, ricciolo): sono nuvole che si formano a temperature molto basse e sono costituite da cristalli di ghiaccio trasportati dai venti forti in quota. I più classici cirri, quelli con forma a uncino, indicano quindi vento sostenuto e un fronte in avvicinamento, di solito caldo: l’aria più calda in arrivo sale sopra l’aria più fredda in stazionamento, facendo ruotare il vento in senso antiorario.
I cirrostrati sono nubi estese e lattiginose, indice di forte umidità nell’aria. Quando si formano dopo che sono comparsi i cirri a uncino preannunciano l’ulteriore avvicinamento del fronte: il caratteristico alone intorno alla luna associato ai cirrostrati è indicazione di brutto tempo e venti meridionali in arrivo.
I cirrocumuli sono l’altra possibile manifestazione del cielo a pecorelle (oltre agli stratocumuli), che indica alta probabilità di pioggia nelle ore successive.
Nubi a sviluppo verticale:
I cumulonembi e i nembostrati, le due tipologie di nubi a sviluppo verticale, sono le nuvole più maestose e le più “ricche” – di acqua, di fulmini, di correnti, di energia.
Il cumulonembo è una formazione incredibile, che arriva ad essere alta oltre 10.000 metri, molto importante da studiare per chi vola, vista la violenza delle correnti ascensionali che si possono formare al suo interno (superiori ai 100 chilometri orari). I venti intorno al cumulonembo arrivano di solito dai quadranti occidentali o settentrionali, ma ai fini della meteo marina bisogna tenere presente soprattutto che cumulonembo è sinonimo di temporali e fenomeni violenti, con i relativi colpi di vento, variabili di intensità e direzione.
Questo post è già abbastanza complesso e lungo, per questo non aggiungeremo alcuni elementi che pure sono importanti per prevedere il tempo osservando il cielo, ovvero gli elementi evolutivi. A seconda di dove ci si trova rispetto alle alte e basse pressioni relative e rispetto al passaggio del fronte vedremo in cielo solo alcune delle nubi caratteristiche, ad esempio. Oppure si potrà notare che le nuvole più basse si muovono in direzione diversa alle nubi più alte. Per approfondire questi aspetti della meteorologia marina le cose migliori sono come sempre l’esperienza di navigazione e osservazione, e anche un po’ di studio teorico.
La meteorologia è uno degli argomenti pratici che affronteremo nelle settimane di navigazione e scuola di pratica marinara in programma a maggio 2019 (a questo link il programma di navigazione e scuola con tutte le informazioni), mentre per lo studio teorico esistono numerose pubblicazioni specifiche per la meteorologia nautica.