sardegna nord occidentale cabras giganti 1

In giro per la Sardegna nord occidentale. Per ora in macchina…

Ho davvero scritto poco sul blog quest’estate… Adesso che sapete della pubblicazione del libro di Omero spero che mi perdonerete, ma sono io la prima (e forse l’unica :) ) a cui il blog è mancato, anche se ho avuto buone ragioni per trascurarlo un po’. E allora ricomincio subito a scriverlo, mentre navighiamo senza fretta tra la Capraia e la Gorgona, in rotta verso Portovenere per cominciare un inverno di lavori e un po’ di riposo. Il riposo a dire il vero è già cominciato la settimana scorsa, quando Omero e io siamo andati a farci un bel giro per la Sardegna nord occidentale.

Al rientro dal Salone di Genova dopo la presentazione del libro la Freya ci ha ufficialmente chiesto di restare un po’ sola senza fare niente e noi, ovviamente, abbiamo obbedito. Meglio non farla arrabbiare la Freya… E poi era da un po’ che volevamo vedere meglio questa terra stupenda che ci ospita. Anzi, da qualche tempo stiamo meditando di offrire anche un itinerario via mare di vacanze in barca a vela per scoprire altri angoli della Sardegna – quindi via, un po’ in vacanza, un po’ in avanscoperta.

La Sardegna nord occidentale non è un luogo facile da navigare, con il maestrale sempre in agguato, ma via terra, a fine stagione, ci ha regalato un viaggio stupendo fatto di storia, spiagge, viste mozzafiato, paesi, natura, sapori – il meglio di tutti i motivi per cui amiamo tanto questa isola e il suo mare.

Abbiamo cominciato il nostro giro… perdendoci… non siamo molto pratici delle strade… Ma a volte è perdendosi che si fanno le scoperte più belle, come la Basilica di Saccargia, splendida chiesa romanica che sorge in mezzo alla campagna, e che val bene una sosta.

Tharros, Cabras e la costa della Sardegna nord occidentale

Tornati sulla giusta rotta per la Sardegna nord occidentale la nostra prima sosta è stata Tharros, circa a metà della costa ovest dell’isola, che con le sue rovine antiche adagiate sul mare è l’emblema stesso del Mediterraneo. Le stratificazioni delle città fenicia, cartaginese e romana sono ben visibili negli scavi, purtroppo ancora poco avanzati, e si mescolano alla storia della navigazione stessa: Tharros sorge su un promontorio tra due mari, il mare “morto”, protetto dal ponente dentro il golfo di Oristano, e il mare vivo, ridossato al Libeccio e rifinito da una spiaggia bianchissima: un perfetto porto naturale che nell’antichità fioriva di scambi e commerci.

Le due colonne che incorniciano il mare del golfo sono l’immagine più famosa di Tharros, ma forse non sapete che le due colonne sono un falso. Due elementi moderni fatti aggiungere negli anni ’50 dall’allora soprintendente per tentare di ricreare la vecchia città come doveva essere nell’antichità e prima delle razzie che l’hanno spogliata di tutto. Qualcuno storce il naso di fronte a questo falso, ma il ritorno di immagine che le colonne hanno dato ha permesso di trovare finanziamenti per continuare gli scavi e portare alla luce altre porzioni di città. In fondo nel panorama del Mediterraneo c’è anche questo: l’ingegno dei suoi uomini che nel tempo hanno cambiato la storia e la natura. Quando il cambiamento è stato per il meglio, ben venga.

Poco lontano da Tharros nella penisola del Sinis merita una sosta anche la città di Cabras, famosa per i suoi stagni, tra i più grandi d’Europa, la sua bottarga (di cui Omero ha fatto abbondante scorta…) e per i suoi giganti, statue di epoca antichissima e origine incerta, raffiguranti dei guerrieri e alte circa due metri, esposte nel museo della cittadina, piccolo ma ben curato e gestito da personale di grande competenza.

Continuando da Cabras verso nord si percorre una costa straordinaria, più caraibica dei Caraibi… Trenta chilometri di spiaggia di quarzo bianco e acqua turchese – da togliere il fiato anche a chi, come noi, non è molto tipo da spiaggia… Mari Ermi e Is Arutas sono state le nostre due soste, ma penso che non si possa capitare male ovunque si decida di fermarsi.

Bosa, la città e il fiume

E finalmente l’arrivo a Bosa, che per me è stata la vera scoperta di questo viaggio nella Sardegna nord occidentale: una cittadina antica ed elegante, adagiata lungo le sponde del fiume Temo, che sembra un piccolo Nilo per la fertilità e la vita che porta lungo la sua valle, un paesaggio davvero singolare per la Sardegna. Il porto di Bosa si trova poche centinaia di metri dentro la foce del fiume, e già mi sembra di vederci la Freya che si riposa dal maestrale e si fa un po’ vedere a chi passeggia lungo gli argini, vanitosa com’è…

Risalendo ancora un po’ si arriva nel vecchio centro di Bosa, che sembra quasi una cittadina marchigiana: la parte vecchia scavata nella roccia, il centro più recente un susseguirsi di palazzi nobiliari e vecchie botteghe, locande e trattorie dalle facciate colorate, da scoprire girando per il dedalo di stradine che pian piano portano al fiume. Sull’altra sponda le vecchie concerie, edifici alti e geometrici che sembrano fatti apposta per essere ristrutturati a loft da qualche metropolitano pentito… Una bella sgambettata per salire su al castello dei Malaspina, costruito nel 1400, per godere del paesaggio, e poi via anche da Bosa per continuare a risalire la costa fino a Capo Caccia, altra meraviglia della Sardegna nord occidentale.

Alghero e Capo Caccia

Capo Caccia è un monumento naturale. Non trovo altre parole per definirlo, imponente e maestoso com’è. Arrivare dal mare farà tutto un altro effetto, già lo pregusto, ma anche l’arrivo da terra è suggestivo, come suggestivo è stato il picnic a base di formaggio che io e Omero abbiamo fatto proprio sul Capo, in un piccolo spiazzo a strapiombo sul mare, abbagliati dal blu, dal verde della macchia e dal bianco delle rocce, meglio di qualsiasi ristorante. La grande attrazione di Capo Caccia sono le strepitose Grotte di Nettuno, da visitare con una delle imbarcazioni che partono da Alghero o da un piccolo molo sotto il Capo esclusivamente con mare calmo. Per i più temerari ci sono anche le scale che scendono dal faro alle grotte, ma solo a vederle fanno impressione…

E dopo la natura selvaggia di Capo Caccia, serata mondana ad Alghero. Cittadina bellissima e affascinante, una piccola Barcellona sia per l’architettura che per la cultura, orgogliosamente catalana, con un grande porto e un’infinità di localini, ristoranti, bar e taverne. Ma decisamente troppo affollata per i nostri gusti, anche a fine stagione… Volentieri l’abbiamo visitata quindi, ma volentieri l’abbiamo anche lasciata.

Tornando a casa: Castelsardo, Isola Rossa e Capo Testa

Non ci siamo fermati a Stintino, che già conoscevamo e che meriterebbe, con l’Asinara, un capitolo a parte. Così sarà, quando le visiteremo di nuovo… Omero è stato all’Asinara anni fa, appena è stata aperta al pubblico e mi racconta sempre del fascino silenzioso delle sue coste e della sua storia, da visitare con rispetto e con calma, via mare. Speriamo che sia rimasta così.

Abbiamo invece toccato altre due cittadine che non conoscevamo, sempre alla ricerca di ridossi, porticcioli e altre cose che possano essere utili alla navigazione. La prima, procedendo da ovest verso est, è Castelsardo, con il suo porticciolo e la cittadina colorata a picco sul mare, arroccata sotto al castello. La seconda è Isola Rossa, centro turistico che non ha un gran che da offrire se non un bellissimo ridosso dal vento di nord est (che speriamo tanto ci accompagni quando decideremo di navigare la costa della Sardegna nord occidentale).

 

Altro buon ridosso è la baia di Santa Reparata sotto un altro dei monumenti naturali più spettacolari di questo viaggio, Capo Testa. Anche qui ci siamo fatti un picnic memorabile, a strapiombo sul mare e con vista su Bonifacio, proprio di là dalle Bocche, sotto il faro bianco in mezzo alla macchia profumata, immaginando come deve essere bella vista da quassù la Freya che bordeggia per conquistarsi Bonifacio nei giorni di maestrale in quello che resta sempre il nostro angolo preferito di paradiso, l’Arcipelago della Maddalena e le Bocche di Bonifacio.

2 commenti
  1. Lorenzo Mandini
    Lorenzo Mandini dice:

    Non è vero che il blog manca solo a te, io lo visipo spesso anche se non lascio commenti, ma è l’unico modo per continuare a vivere le belle sensazioni che ho provato navigando con la Freya e con voi. Nuove rotte e nuove destinazioni sono stimolanti , non si sa mai.
    Un grande abbraccio
    Lorenzo

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