Quello che non ho
“Quello che non ho è quel che non mi manca”, cantava De André. E qui nella sua amata Sardegna, mentre da 40 giorni veleggiamo e ci riempiamo gli occhi di meraviglia, lo dico anch’io.
Molti a bordo ci (e soprattutto mi) chiedono come sia questa vita strana e vagabonda – come faccio senza un armadio e un bagno come gli altri, senza banda larga, senza ristorante (quello me lo chiedono di meno, dopo aver assaggiato la cucina di Omero :) ), senza acqua a volontà ne’ tv, senza i teatri e le strade di New York. Quello che non ho è quel che non mi manca, rispondo, come De Andrè.
E dopo una settimana a vela in Sardegna, immersi nelle sfumature di blu e nei profumi, anche gli ospiti spesso capiscono: c’è molta ricchezza in questa apparente mancanza, che è poi forse la definizione di libertà. Improvvisamente anche loro sono infastiditi dal troppo – e dal porto, male necessario, pieno di rumori, caldo, zanzare e gente, oltre che di bagni e ristoranti…
Certo anche io ogni tanto avverto la scomodità e allora me lo chiedo: c’è qualcosa di quello che non ho che mi manca? Di certo non i ristoranti, e nemmeno la tv. Sicuramente non NYC, incorniciata nei miei ricordi, viva dentro di me in tante cose che faccio e che penso, ma ormai troppo lontana da quello che voglio. Di certo non le pareti di una casa… Non avrò un armadio a sei ante ne’ una vasca idromassaggio, ma ho il privilegio di stare scalza, in costume, e la doccia me la faccio in posti come questi ogni sera…
Quello che non ho e che a volte un po’ mi manca è un po’ di privacy – questo è un lavoro a tempo super pieno, dove la condivisione è totale. Ma si impara, con il tempo, ad apprezzare anche questo. È un contatto umano che è sempre più raro oggi, in questo strano tempo in cui nemmeno più si telefona per ordinare la pizza a domicilio, lo si fa con un’applicazione per non dover parlare con la pizzeria. Una rieducazione alla convivenza che secondo me ha effetti terapeutici.
Altra cosa che non ho e a volte un po’ mi manca è di poter scegliere chi viene a bordo. Ma io e Omero siamo fortunati, molto fortunati: sono loro a scegliere noi, e nel 99% dei casi ci troviamo a condividere il nostro tempo e la nostra bella Freya con persone che siamo felici di conoscere e di accompagnare alla scoperta di questa terra così bella, di questo mare senza uguali. Persone che trovano nel vento e nel mare un po’ di svago e di serenità, la ricarica per altri mesi di lavoro, immagini e pensieri che li faranno riflettere, bellezza e libertà. Non serve essere in Sardegna per sentirsi così, basta essere in barca a vela…, ma in questo posto, dove la natura riempie tutto – cielo, mare, terra – con forza e gentilezza, la bellezza e la libertà sono più evidenti.
C’è una frase molto famosa di Fabrizio De André sulla Sardegna – “la vita in Sardegna è forse la migliore che un uomo possa augurarsi : ventiquattro mila chilometri di foreste, di campagne, di coste immerse in un mare miracoloso dovrebbero coincidere con quello che io consigliere al buon Dio di regalarci come Paradiso“. E moltissime sono le canzoni che Faber ha dedicato a questa terra, ma la sua frase più bella sulla Sardegna, secondo me, è quella con cui l’ha scelta, dopo Genova, come casa. “Mi sento più contadino che musicista. Questo è il mio porto, il mio punto d’arrivo. Qui voglio vivere, diventare vecchio…“.
Sottoscrivo, e aggiungo: qui, più che altrove, la natura riempie talmente tanto ogni istante, che è difficile sentire la mancanza di qualsiasi cosa.
Ciao Sara/Omero
Sono Franco Fiat Torino gia’ Caraibi
Sono a Palau e vi invidio molto per non poter
Prendere parte alle vostre scorribande
Ma chissa’ che ci incontriamo….
Hai ragione qui e’ bellissimo e con la Freya ancora meglio
Un abbraccio
Ciao Franco! Passa a trovarci venerdì sera, ci fa piacere! Un abbraccio e buone vacanze :)