In Mediterraneo!
La Freya è arrivata in Mediterraneo! Stamattina prima dell’alba, dopo una notte di traffico intenso, sono entrati quatti quatti nel Golfo di Algeciras, per una colazione-festeggiamento a base di prosecco e patatine (la colazione dei campioni…). Sosta solo di qualche ora per rimettere subito la prua su Malaga e concludere davvero questa traversata atlantica, la 39esima di Omero.
Da Malaga io e Omero riporteremo la Freya a casa da soli, percorrendo un altro bel pezzo di mare fino alla Toscana. Dopo tanto oceano e tanti Caraibi, non sapete la gioia che ci da’ navigare di nuovo in Mediterraneo: sarà dispettoso, sarà difficile, ci darà vento contro, ma ha la storia e la cultura, le piazze e i paesi, l’odore della focaccia e del rosmarino. Ed è casa.
Chissà che rotta ci farà fare il vento… Sicuramente dovremo doppiare Cabo de Gata e Cabo Palos, poi le Baleari, e chissà se ci fermeremo a Formentera, Ibiza, Maiorca, l’adorata Cabrera, o se tireremo dritti… Quando il vento è buono, in Mediterraneo più che in altri mari, bisogna andare. C’è da passare il Golfo del Leone, sotto costa o verso la Corsica, con sosta a Calvi o magari alle isole Hyerès (che io non ho mai visto). L’unica certezza è che daremo áncora a Porto Venere, il rifugio della Freya, per chiudere il cerchio di questa lunga, lunghissima rotta, iniziata a giugno dell’anno scorso.
La Freya si farà bella (ancora più bella), e riprenderemo subito il mare, per cominciare le settimane di crociera in barca a vela in Sardegna e Corsica, per ricominciare a raccontare e ascoltare le storie che animano il pozzetto al tramonto.
Se penso a quante miglia, quante persone, quante onde, quanti cazza e lasca, quante banchine, quante risate, quanti caffè, quanti tuffi, quanti tramonti, quanti incontri sono passati da un anno a questa parte mi sembra di aver vissuto una vita intera. Una ricchezza straordinaria. E capisco perché Omero non riesce a stancarsene.