Sao Miguel: un giardino nell’oceano
Omero e l’equipaggio sono partiti ieri sera da Faial diretti a Sao Miguel, dove mi trovo io e soprattutto dove si trovano i profili del rullafiocco :) Questa mattina alle 10.30 UTC (che è anche l’ora delle Azzorre) mi hanno chiamato dicendo che mancavano 70 miglia. Arriveranno in nottata, e io ho colto al volo l’occasione delle ultime ore libere per fare un giro dell’isola.
Sao Miguel si merita sicuramente almeno tre o quattro giorni per essere esplorata bene e con calma. E chissà che non ce li avremo la settima prossima: le previsioni danno vento forte da levante, difficile che si riesca a partire subito.
Ho scelto di iniziare l’esplorazione dal versante nord occidentale dell’isola, dove si trovano alcune delle attrazioni più famose di Sao Miguel: i laghi di Sete Cidades e le acque termali di Ferraria. Non che Ponta Delgada sia brutta, anzi, ma onestamente la passeggiata di qualche ora che le ho dedicato ieri è più che sufficiente per vederla tutta… Le due vie del centro, le piazzette, i palazzi storici, e un caffè in uno dei bar della via dietro alla cattedrale – a proposito, il caffè alle Azzorre è buonissimo.
Uscendo dalla città si comincia a guidare circondati dal verde: prati, pini, azalee e ortensie, migliaia di ortensie. Che prendono il loro nome da Horta a Faial, ma loro non lo sanno, e crescono abbonanti anche a Sao Miguel…
Lungo la strada c’è anche una strana torretta, dentro si vede qualcuno, mi avvicino. “Sono un avvistatore di balene”, dice. Manca solo che aggiunga “Chiamatemi Ismaele“… Gli stessi edifici che venivano usati fino a poche decine di anni fa per decidere se e dove andare a caccia di balene, oggi vengono usati per guidare la barche dei tour di avvistamento balene. E meno male… Ma non per questo è meno singolare il lavoro di chi passa le giornate a guardare il mare, per ore. “E quindi tu guardi il mare, di lavoro” dico io. “Sì. Nel tempo a forza di fare questo lavoro si impara a vedere tante cose che gli altri non vedono”, risponde. Annuisco. Fumiamo una sigaretta in silenzio, passerei la giornata lì anche io. Ma oggi ho deciso di esplorare la parte terrena del mondo. Mi fa un cenno, riparto.
La strada per i laghi di Sete Cidades è breve, praticamente immersa nei fiori e nella foresta. Sao Miguel è davvero un giardino… Faial è un’isola molto bella, sicuramente affascinante, ma questa è strepitosa… Quando arrivo al primo punto panoramico il cielo è ancora coperto, ma si vede che non pioverà, e decido di fare i sei chilometri fino al lago a piedi. Un sentiero facile e con delle viste mozzafiato.
Sete Ciudades si chiama così perché la leggenda vuole che prima che Atlantide affondasse ci fossero sette città in questo lato dell’isola. Adesso c’è solo un piccolo villaggio sulla riva del lago, anzi dei laghi: il Lago Verde e il Lago Azzurro. Anche qui c’è una leggenda: una principessa e un pastore innamorati, che non potevano vedersi per l’opposizione del re, piangevano d’amore. Lei aveva gli occhi azzurri, lui gli occhi verdi… Il villaggio e i laghi sono pacati, ordinati, puliti e pieni di persone gentili come il resto delle Azzorre. Ma perché non sono più frequentate? Sono bellissime, non care, si mangia bene. Da due anni a questa parte ho già visto molta più gente in giro, soprattutto nordici e americani, ma per molti le Azzorre continuano a essere un posto sconosciuto, come quando gli stessi portoghesi le chiamavano “le isole non trovate”…
Tra camminare, fare foto e chiacchierare è già ora di tornare a Ponta Delgada. Chissà che la Freya non arrivi per l’ora di cena… Spero di avere ancora tempo per esplorare Sao Miguel nei prossimi giorni. Ma per adesso, per aspettare Omero faccio un po’ la Penelope: ho preso una camera proprio sopra il marina, dalla finestra vedo l’ingresso del porto. E come l’avvistatore di balene, guardo il mare.