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L’atterraggio in Martinica

In 19 giorni a 14 ore si è conclusa la traversata atlantica est-ovest 2016 con l’ancora della Freya che scendeva nelle acque della baia di Sainte Anne in Martinica.

E’ stato un atterraggio veloce e bagnato, sotto i groppi che per gli ultimi due giorni non ci hanno dato tregua, e con una ventina di nodi abbondanti di vento, rinforzato nel canale. E ovviamente, al buio… Omero dice che su 20 traversate solo una volta è atterrato di giorno… 

Abbiamo cominciato a vedere le luci del fanale dell’Ilet Cabrits, punta meridionale della Martinica, a una decina di miglia di distanza, coperte in poco più di un’ora con la Freya che surfava le onde sempre più ripide man mano che l’oceano incontra la terra e sfoga la sua forza. Si comincia ad orzare per avvicinarsi all’isola, a disarmare genoa e tangone, per restare con la randa ridotta e l’olimpico, pronti a stringere la bolina. Una volta girata la punta dell’isola la sensazione è quasi di shock: dopo 20 giorni di andature portanti si sente il vento in faccia, la barca sbanda con mure a dritta e comincia a bolinare mentre si cazzano le vele.

Riconosciamo le luci della Martinica, ammainiamo tutto per entrare piano nella rada di Sainte Anne, tra decine e decine di barche che sonnecchiano all’áncora, ci prepariamo a dare fondo, ma siamo ancora lenti e un po’ incerti nei movimenti dell’atterraggio – ci vuole qualche minuto per prendere confidenza con la vicinanza della terra… E poi, in un attimo, la Freya si ferma. Tutto è silenzioso. Il mare è una tavola, il vento sembra lontano, intorno ci sono tante luci, dalla spiaggia arriva la musica. Un momento surreale, che non riuscirò mai a descrivere. Qualcuno si siede in pozzetto, io sistemo le cime, Omero è già in cucina che mette la pentola sul fuoco per i mitici spaghetti alla bottarga, i tappi cominciano a saltare. Grandi piani di bisbocce e festeggiamenti, ma dopo aver mangiato siamo tutti sfiniti e uno dopo l’altro ci infiliamo nelle cuccette per un sonno mai così tanto desiderato.

Sarà solo domattina, con la luce e un bel tuffo caraibico, che avremo davvero la sensazione di essere arrivati.