I velisti della domenica
C’è un po’ di spocchia in un certo mondo della vela verso i “velisti della domenica”, i dilettanti, gli inesperti, gli aspiranti velisti e in generale verso chiunque muove i primi passi in questo mondo. È un difetto dell’animo umano, purtroppo vero tanto per la vela come per molte altre cose…
Ma nella storia c’è almeno un esempio che dovrebbe suscitare una riflessione un po’ più matura, quello di Ramon Carlin, che nel 1974 portò una manciata di velisti della domenica (più qualche professionista) a vincere una delle gare di vela più dure e più ambite dai professionisti, la mitica Whitbread, poi Volvo Ocean Race, oggi Ocean Race.
Carlin e il suo equipaggio incarnano lo stereotipo più puro dei velisti dilettanti: lui non si era mai neppure avvicinato ad una barca fino all’età di 40 anni, finché suo fratello ne comprò una per navigare nelle acque di Acapulco. Da ricco industriale, quando scattò la passione decise di acquistare subito la barca migliore che trovò sul mercato. Davvero la migliore, ovvero uno Swan 65, anzi, il primo Swan 65 uscito dalla matita di Sparkman e Stephens e dai cantieri di Pietarsaari, e lo battezzò con il nome del paese dove era nata sua moglie: Sayula.
I velisti della domenica che fecero l’impresa
Cominciò da piccole regate, e poi decise di iscriversi alla Whitbread, portando con sè la moglie, il figlio, il nipote, oltre a qualche marinaio più esperto, a sfidare skipper del calibro di Tabarly, Malingri, Blyth. I britannici, si sa, con la vela non scherzano, e portarono i livelli di spocchia all’inverosimile pubblicando alla vigilia della partenza vignette che prendevano in giro l’equipaggio di Sayula: messicani con il sombrero, con salvagenti a forma di papera e impacciati con le cime.
Sarebbe interessante sapere che fine hanno fatto quei giornalisti quando Sayula, dopo 133 giorni e con 27.000 miglia nella scia, tagliò per prima il traguardo di Portsmouth (ma qualcosa mi dice che abbiano fatto tranquillamente finta di niente, e che si siano sperticati a decantare le lodi della barca e dell’equipaggio…).
La storia non è proprio sconosciuta, ma è tornata alla ribalta grazie al documentario “The Weekend Sailor” (il velista della domenica, appunto), prodotto da un altro velista che non ti aspetti – Simon Le Bon, leader dei Duran Duran. Qui di seguito trovate l’anteprima, che già traccia un bellissimo ritratto di Ramon Carlin e dell’equipaggio. Aspettando di vedere tutto il film, basta il breve video a dare qualche spunto per una riflessione sui velisti della domenica che, volendo, vale ben oltre la vela…
La lezione dei velisti della domenica
Ramon Carlin nel documentario non parla: guarda la telecamera, e giurerei che nella sua mente in quel momento non stiano passando le parole cattive di chi lo snobbava, o il senso di rivalsa per averli zittiti tutti. Secondo me in quel momento stava ripercorrendo, con la serenità di chi ha fatto a modo proprio, i ricordi meravigliosi che deve avergli regalato la navigazione con Sayula, la sua famiglia e i suoi amici, a Capo Horn, negli oceani, e infine al traguardo della Whitbread.
Gli altri dicono di lui che era un uomo di poche parole, ma molto determinato. Quella determinazione l’ha portato a darsi un obiettivo, ignorare la gran parte delle cose che gli venivano dette, e impegnarsi per raggiungerlo. Non che un giro del mondo in barca a vela si possa fare a cuor leggero, senza prepararsi, ma da qualche parte bisogna pur cominciare. Ramon Carlin portò a bordo l’esperienza di sei marinai professionisti (senza la presunzione di poter fare tutto da solo, difetto di cui a volte peccano i velisti, della domenica e non…), ma non ebbe paura a mettere alla prova di un traguardo così alto la propria inesperta passione.
Sentirsi “arrivati” solo perché si hanno tante miglia a poppa, o sentirsi inadeguati solo perché ancora non se ne ha nessuna, è un atteggiamento superficiale. C’è sempre da imparare, soprattutto in mare, e se l’esperienza conta (eccome), la determinazione a volerla fare, quell’esperienza, conta altrettanto.
Le foto e il video sono tratte dal sito theweekendsailor.com