opinioni degli ospiti in barca a vela e diari di bordo

La convivenza a bordo durante una vacanza in barca a vela

La paura di avere problemi di convivenza a bordo, di sentirsi a disagio con gli altri compagni di viaggio o di litigare è uno dei motivi per cui in tanti decidono di non passare una vacanza in barca a vela con la formula dell’imbarco individuale. E spesso in giro si leggono racconti dell’orrore che alimentano le paure :) Ma la verità è che basta davvero poco per andare d’accordo a bordo, e che il comandante ha un ruolo molto importante (anche) in questo aspetto della vacanza in barca a vela.

Per rassicurarvi, comunque, vi possiamo dire subito che in tanti anni Omero non ha mai visto nascere problemi tra gli ospiti: solo belle amicizie, qualche volta, e spirito di gruppo, sempre.

equipaggio vacanze in barca a vela convivenza a bordo

Le regole di buon senso per andare d’accordo a bordo

Le regole della buona educazione in mare non sono troppo diverse da quelle a terra…

regole convivenza a bordoQuando ci imbarchiamo stiamo ne’ più ne’ meno entrando nella casa di qualcun altro, chiedere permesso salendo in barca per la prima volta è buona educazione e vi farà entrare subito nelle grazie del comandante (e nelle mie :) ), esattamente come il togliersi le scarpe.

A bordo con noi ci sono altre persone quindi cerchiamo di non fumare sopravento che dà fastidio, di non fare troppo rumore se qualcuno sta riposando, di non lasciare in giro troppi effetti personali che invadono gli spazi.  La vacanza è di tutti, non solo la vostra, quindi aiuterà la convivenza il non fare richieste troppo eccentriche (o per lo meno metterle ai voti), e lasciare spazio a tutti quelli che vogliono imparare la vela (leggi: non attaccarsi al timone se qualcun altro vuole provare).

E via di seguito con tutto quello che il buon senso suggerisce.

Dove non arriva il buon senso: il ruolo del comandante

Dove il buon senso non arriva, per vari motivi, serve un po’ di “mestiere” da parte del comandante per gestire le persone a bordo. Per chi come Omero è abituato a formare equipaggi che devono convivere 24 ore su 24 per tre settimane senza vedere terra durante le traversate atlantiche, gli equipaggi delle vacanze nella maggior parte dei casi non pongono grossi problemi di convivenza a bordo. L’ho molto osservato in questo aspetto del suo lavoro, quello che fin dall’inizio, da quella prima volta che ci siamo incontrati al Mango Bay in Martinica mi ha detto essere la parte più difficile e più importante. “Saper navigare non basta” mi ha detto “Bisogna saper stare con le persone“. E aveva ragione.

Fatte le dovute differenze tra le lunghe navigazioni d’altura e le vacanze, i metodi di fondo che gli vedo mettere in pratica sono gli stessi: regole chiare e ben scandite fin dall’imbarco (il briefing prima della partenza sulla Freya è una cosa seria), sulla sicurezza e sulla navigazione non si discute.

Per il resto siamo (siete) in vacanza, quindi flessibilità per far vivere a tutti la miglior esperienza possibile, e apertura, perché a bordo si è un equipaggio, le cose si fanno in armonia, perché ci piace farvi entrare nel nostro mondo, raccontarvi come si vive in barca a vela, e perché è sempre meglio fare una domanda in più che una in meno se avete un dubbio su qualcosa.

La convivenza a bordo della Freya è resa molto più facile anche da un altro paio di elementi, maturati appunto con la lunga esperienza di comandante. Prima tra tutte la gestione del cibo e della cucina, che non è lasciata agli ospiti ma curata da me e Omero: non ci crederete, ma tante discussioni a bordo nascono proprio dal cibo… L’altro elemento è la barca stessa: negli spazi “costretti” di una barca a vela la cosa più difficile da fare è non invadere la privacy degli altri, e la configurazione della Freya, con bagni privati in ogni cabina e spazi larghi, aiuta molto in questo senso.

La vera regola d’oro per la convivenza a bordo: prima viene la barca

Può essere difficile entrare in questa mentalità per chi sale a bordo solo per una vacanza, ma è la vera magia della barca a vela, la cosa più importante: lei è il nostro guscio, la nostra casa, il mezzo della nostra libertà, lei viene prima di noi perché se sta bene lei stiamo bene anche noi (e non è detto che il contrario sia vero).

La barca è viva: respira, si muove, ha le sue esigenze, e se ci adattiamo ai ritmi e ai comportamenti che ci suggerisce, difficilmente ci saranno problemi di convivenza a bordo. La barca vi dice in ogni momento qual è il lato giusto dove posizionarsi, qual è il prossimo movimento che farà, quali sono i gesti da evitare. Se la osservate capirete quali spazi occupare, come muovervi e sarà lei a guidarvi.

Se approfitterete dell’esperienza di una vacanza in barca a vela per conoscere davvero questo mondo, la prima cosa da fare è fidarvi della barca e affidarvi a lei. E lei vi ripagherà, rendendovi tutto più facile.

barca a vela vacanze

Grazie agli equipaggi per le foto!