Il mal di mare in barca a vela: cosa fare per non soffrirne, o farlo passare
Il mal di mare, vero o presunto, è il primo di tutti i timori di chi non prova la barca a vela.
Due informazioni essenziali per cominciare: io ho visto pochissime persone soffrire di mal di mare vero nelle brevi navigazioni delle vacanze in barca a vela (in oceano la storia è molto diversa…). Per lo più vedo persone che hanno paura di soffrire il mal di mare, o paura della barca, e quindi ne soffrono. Tenete anche presente che, se avete sofferto di mal di mare su un traghetto (come me, ad esempio), non è detto che lo soffriate su una barca a vela. Prima di tutto lo scafo di una barca a vela affronta il mare e le onde in maniera diversa, molto più “dolce”, e poi siete in un ambiente molto diverso, senza pareti chiuse o odore di gasolio. Navigare a vela stando seduti in pozzetto, guardando l’orizzonte, vedendo l’acqua così vicina e respirando l’aria fresca difficilmente vi farà soffrire.
Sarà appunto più facile che a farvi venire il mare sia la paura, che stringe lo stomaco. Prima regola per non soffrire il mal di mare, quindi: non aver paura di soffrire il mal di mare.
Le cause del mal di mare
Il mal di mare è una delle manifestazioni della cinetosi, ed è un disturbo neurologico dovuto alla stimolazione eccessiva delle strutture del corpo dedicate all’equilibrio. Il corpo si sposta più del normale (e in maniera diversa), e i segnali di movimento che arrivano dall’apparato vestibolare (situato nell’orecchio), dall’apparato visivo entrano in conflitto. Il corpo va in allarme e le nostre funzioni più delicate (quelle digestive) si bloccano o si alterano. La spiegazione scientifica non è semplice, comunque il succo è che non è il movimento a dare il disturbo, ma l’elaborazione dei segnali di movimento.
Ma alcuni casi di mal di mare, prendendomi una licenza poetica, io li definirei come un malessere temporaneo dovuto all’assestamento dell’anima. Quando si prende il mare per la prima volta, o dopo tanto tempo a terra, o per iniziare una lunga navigazione, tutto cambia dentro di noi. Il modo in cui pensiamo, in cui immaginiamo, il ritmo di vita, i gesti quotidiani. Per quanto riguarda me, due sono le cose che per carattere faccio più fatica ad accettare di una lunga navigazione: fidarmi degli altri (quelli che sono di turno mentre io dormo), e sapere che non posso intervenire nelle situazioni che ho lasciato a terra (il lavoro, la famiglia). L’animo si deve letteralmente abituare a questa nuova condizione di vita, e prima di apprezzarne tutta la portata e tutta la leggerezza devono passare i sensi di colpa, le preoccupazioni e le elucubrazioni mentali. Tutte cose che, mi dico spesso, elaboro con il mal di mare: via tutto, instabilità massima per qualche ora, così poi posso godermi il bello. Grazie mal di mare :)
Cosa fare per non soffrire il mal di mare, o farlo passare
In caso di mal di mare “metafisico”, l’unica soluzione possibile è l’accettazione. Passerà da solo quando è il momento. Anche in caso di mal di mare fisico l’accettazione è una buona idea: soffrirne non fa di noi dei marinai peggiori, e ammetterlo è solo segno che si va per mare con lo spirito giusto, accettandone lati positivi e negativi. Non sto qui a raccontarvi la storia, ma l’elenco di marinai illustri che soffrivano il mal di mare è lungo: Cristoforo Colombo, Lord Nelson e Sir Francis Chichester combattevano esattamente come noi…
Ci sono comunque molti accorgimenti che si possono prendere anche per evitarlo, il mal di mare. La soluzione migliore è timonare, esattamente come il miglior rimedio per il mal d’auto è guidare: concentrandovi sulla rotta e guardando l’orizzonte difficilmente avrete scompensi di stomaco. Anche senza timonare, guardare qualcosa di fisso all’orizzonte e respirare di solito funziona bene. È importante coprirsi bene, non fumare, non mangiare cose pesanti e, volendo, sdraiarsi in cuccetta a pancia in su e cercare di dormire.
Se però i sintomi continuano, si può ricorrere a degli antiemetici, magari naturali come lo zenzero (grattugiato nel tè, o in piccoli pezzetti canditi), o comunque blandi come la Coca cola (i medici a bordo confermano che vengono utilizzati anche per le nausee delle donne incinte). Ho visto funzionare bene anche i braccialettini anti nausea che premono sui polsi.
Ultimo ricorso sono i farmaci, che noi in barca ovviamente non somministriamo e che quindi vi consigliamo di portare da casa se pensate di averne bisogno. Cerotti (da applicare però in via preventiva, usarli a mal di mare in corso non funziona), gomme da masticare o la ormai mitologica Xamamina: a volte ho visto dei veri e propri mercati neri di xamamina crearsi a bordo in oceano, con gente disposta a tutto pur di accaparrarsi le ultime pastiglie. Secondo me però è il senso di stordimento generale che piace, più dell’effetto anti nausea :)
La cosa migliore da fare, comunque, la soluzione definitiva che vi farà passare tutto, è un bel tuffo appena arrivati in rada. Sarete come nuovi in due minuti.
Mal di mare 2.0
Due parole sull’unica cosa che può far venire il mal di mare anche ai marinai più incalliti: il computer. Tenere lo sguardo fisso su uno schermo che si muove, sottocoperta dove già la nausea colpisce più facilmente, è la cosa peggiore che si possa fare (come leggere in macchina, per continuare l’analogia). A volte però è indispensabile: per scaricare le carte meteo, inviare il diario di bordo, o scrivere il blog dall’oceano non c’è alternativa.
L’anno scorso Omero ha quindi deciso di equipaggiare la Freya dei famigerati occhiali contro il mal di mare, unico rimedio conosciuto per equilibrare i messaggi conflittuali che arrivano da occhi (tutto si muove) e orecchie (tutto è fermo) grazie al liquido contenuto nelle lenti, che si muove adeguando di continuo l’orizzonte al nostro sguardo.
Brutti che più brutti non si può, hanno come primo effetto certo quello di far sembrare poco intelligente qualsiasi persona li indossi. Ma posso certificare che attenuano di molto il malessere anche in caso di ore al computer…