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Le nostre vacanze (in barca a vela)

Come si fa a non approfittare di queste giornate di sole e vento? Come si fa a non accontentare la Freya che ha voglia di spiegare le vele e togliersi dall’acqua ferma di un porto? Come si fa a resistere alla tentazione di un ultimo bagno, di un altro aperitivo in pozzetto, degli ultimi due bordi in maniche corte? 
E allora io e Omero ci prendiamo due giorni di vacanza, naturalmente in barca, e torniamo a navigare. Ci fermiamo a Porto Venere, come prima di ogni stagione, come  al ritorno da ogni traversata, come ogni volta che abbiamo un po’ di tempo e vogliamo stare tranquilli: la Freya e’ refugium peccatorum, lo dico sempre, e Porto Venere e’ il rifugio della Freya. E ci siamo armati cosi’ da non dover scendere per due o tre giorni, a meno che non ci venga voglia di uno spritz: funghi freschi comprati sulle montagne, pecorino sardo, vino imbottigliato in cantina, cinque volumi di O’Brian.

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