L’oceano a Bonifacio

Bonifacio e’ bellissima, arroccata sulle falesie bianche, nascosta nel fiordo che se non lo conosci fai anche fatica a vederlo dal mare, le case del vecchio centro che sporgono sul mare delle Bocche.
Soprattutto Bonifacio e’ l’unico posto “popolato” che tocchiamo nella nostra settimana di mare e isole disabitate. Dal verso dei gabbiani e il rumore dell’acqua che scivola lungo i fianchi della Freya passiamo per una sera a musica dal vivo, bar alla moda, e chiacchiericcio delle signore che bevono pastis. Dal costume e i piedi nudi passiamo agli abiti sgargianti, ai tacchi, alle divise delle hostess dei mega yacht. Io ho una mezz’ora libera, tra la spesa e la cena, e la passo seduta al bar del porto a bere una birra e guardare lo struscio.
È piacevole, una volta alla settimana, e Bonifacio e’ un posto che adoro. Mi piacciono i corsi scostanti e mi piace guardare gente di tutte le nazionalità che passeggia e si gode l’atmosfera molto svagata di questo splendido marina. Ma oggi ho sentito nostalgia dell’oceano… Del veleggiare senza vedere niente e nessuno per settimane, della lontananza della terra, dell’aliseo e della sua onda gentile. E allora Bonifacio mi sembra un po’ un miraggio stasera… Provo ad immaginare di essere arrivata qui da molto lontano e di avere davanti ancora tanto mare prima della prossima terra. Provo ad avere anche qui lo stesso sorriso che si ha quando si arriva dall’oceano, sereno e imperturbabile. Ma e’ tardi, e corro in ciabatte e pantaloncini tra le signore cambiate per la cena ad aiutare Omero a sfornare i suoi dentici con patate.