Il Maestrale

Eccola qua, dopo settimane di accenni e ritiri, finte e assaggi, la prima vera maestralata. Di quelle che durano tre giorni, fanno gonfiare il mare, puliscono il cielo, ravvivano i colori dell’arcipelago e fanno sparire praticamente tutte le barche a vela dalla circolazione. Non la Freya, che da cavalla di razza quale e’ appoggia la falchetta in acqua e stringe senza fare una piega i 25 nodi di vento solo con l’olimpico, una vela di prua alta e stretta, perfetta per la bolina. 
Omero in questi casi chiede all’equipaggio se vuole andare avanti o preferisce ripararsi, ma a bordo sono sportivi, e non si sono tirati indietro di fronte ad un forza 6, nemmeno quelli che non erano mai saliti in barca. 
E qui si merita un piccolo elogio il comandante, che sorridendo e senza atteggiarsi a chissa’ chi mette tutti a proprio agio e va avanti, quando tanti avrebbero detto “oggi no”. C’e’ chi lo critica per questo, ci sara’ sempre, ma chi e’ salito a bordo con lui sa bene che si va solo quando si e’ in sicurezza, e che la valutazione delle condizioni e dell’equipaggio e’ sempre attenta e scrupolosa. 
E allora ci siamo concessi una bella cavalcata da Palau alla parte orientale di Caprera prima, e fino alla Maddalena dopo, provando il Maestrale di poppa, al traverso e di bolina. Per finire ben legati ad una boa a spadellare spaghetti con le vongole, quanto mai meritati.