I gabbiani di Lavezzi

Passano la maggior parte del loro tempo appollaiati sulle rocce strabilianti di quest’isola, i gabbiani di Lavezzi. Prua al vento, si guardano intorno alla ricerca di cibo, ogni tanto starnazzano (garriscono, tecnicamente) e poi mossi da qualcosa di invisibile si alzano in volo, planano nel vento e atterrano precisi sulla spiaggia o sull’acqua. Di notte le femmine non stanno zitte un secondo, e sembra di sentire dei gatti miagolare al vento, nel silenzio assoluto che cala dopo il tramonto. Ma è di giorno che le femmine hanno davvero da fare, in questo periodo. La forza con cui le esili gabbianelle difendono le uova e i piccoli nei loro nidi e’ strabiliante. In questi giorni le ho viste attaccare in volo i gabbiani più grandi che volevano mangiare le uova, e perfino spezzargli le ali. Le ho viste lanciarsi in picchiata contro dei bagnanti (un po’ lenti di comprendonio direi, oltre che irrispettosi) che si stavano arrampicando sui massi dove avevano fatto il nido, e resistere a colpi di pinna e altri oggetti. Sorvegliano perfino quelli che nuotano, se secondo i loro gusti sono troppo vicini ai piccoli. Hanno una vita decisamente intensa i gabbiani di Lavezzi, a guardarli bene. E chissà cosa penseranno di noi, perennemente indaffarati intorno a cose che ai loro occhi non possono che sembrare inutili: su e giù con il dinghy, docce e doccette, stendere asciugamani e costumi. L’unica cosa che sembra interessargli della barca sono gli avanzi del pranzo e della cena. Che sulla Freya sono sempre molto scarsi pero’…