Pausa di riflessione – Un anno a prua

Sulla rotta dalla Toscana alla Sardegna, il bel vento da Nord che ci ha spinto ieri ha mollato, e noi ci siamo concessi un po’ di riposo ancorati all’Isola d’Elba per la notte, prima di riprendere il mare all’alba con la prua sull’Arcipelago della Maddalena.

Ho approfittato della pausa anche per riflettere un po’: in questi giorni compio un anno a bordo della Freya con Omero… L’anno scorso, dopo i mesi in cantiere, proprio in questo periodo ho buttato la borsa a bordo e praticamente non sono più scesa.

Mi ricordo ancora benissimo la notte in cui siamo partiti da Marina di Carrara per la Sardegna: c’erano temporali in giro, i fulmini letteralmente illuminavano il cielo a giorno, e pioveva, pioveva… I turni di notte ce li dividemmo io e Omero, mentre gli altri a bordo dormivano un po’ frullati. Io non navigavo da diversi mesi, e la sensazione del corpo che riprende i gesti e le posizioni del turno di notte mi sorprese per quanto sembrava naturale. Fu una traversata bellissima, e l’arrivo nelle Bocche di Bonifacio mi lasciò senza fiato. Non c’ero mai stata, e penso di aver pianto la prima volta che ho visto Lavezzi…

Il resto è storia, scritta su questo blog. Stintino, le Baleri, Almerimar, le Canarie, l’oceano, mesi su e giù per le Grenadine, di nuovo l’oceano, le Azzorre, Gibilterra, la lunga risalita del Mediterraneo.

Ho parlato con decine e decine di persone, qui in pozzetto, ascoltato le storie di navigatori, avvocati, medici, attori, gente in vacanza, gente in cerca di un cambiamento, gente che ha scelto di cambiare, tanti anni fa, e vive in barca un po’ dappertutto. Ho imparato un’infinità di cose da Omero, navigato per migliaia di miglia. Ho preso pioggia, bonaccia, alisei, ho maledetto il Mediterraneo che amo tanto per il vento sempre in faccia. Ho visto decine di porti e di rade, conosciuto gli strani personaggi che ci vivono, ho scoperto cose di me che nemmeno immaginavo.
Sembra una vita, altro che un anno…

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