Divagazioni terrestri

Alla ricerca di un po’ di fresco dopo la giornata in cantiere ci siamo avventurati nella Val di Magra e abbiamo cominciato a salire quanto piu’ possibile in alto. 
Nascosto tra i tornanti tra Marina di Carrara e Ortonovo abbiamo incontrato un vecchio borgo davvero bellissimo. Ha un nome singolare, Nicola, ed e’ davvero un borgo antico: niente macchine – le stradine medievali sono troppo strette – , piazzette come terrazze di casa con sedie e gatti assonnati, finestre fiorite di buganville e gerani, piccole case curate, la signora che scende a prendere l’acqua alla fontana con le fiaschette. C’e’ anche un buon ristorante con le finestre che si affacciano sulla valle, il mare e l’isola del Tino in lontananza (da Fiorella, se vi capita di passare). 
Ma e’ soprattutto l’autenticita’ del borgo a colpire… Niente di finto, niente di “sceneggiato” per turisti britannici con la nostalgia di una Toscana da cartolina. E’ un borgo davvero cosi’: piccolissimo, affacciato sul golfo, tranquillo, e molto molto bello.
L’atmosfera ha colpito anche Omero, tanto che ha detto che non gli dispiacerebbe prendersi una stanzetta quassu’. E quando ci staresti? gli ho chiesto io. “Quando torno dalle crociate”. Lapsus freudiano?