Turisti per caso a Gibilterra

Quando si naviga come naviga Omero, con equipaggio e ospiti a bordo, ci sono un paio di cose che sono molto diverse dalle navigazioni fatte unicamente per piacere. Una delle più significative è che ci sono delle date da rispettare. Non sempre si può prendere quel bel vento da Ovest che ci porterebbe a casa in un baleno perché l’equipaggio non è ancora arrivato, e non sempre si può decidere quanto fermarsi in un porto perché ci sono aerei da prendere.

In questi incroci di date a volte capita di arrivare in porto sabato sera, e di dover necessariamente fermarsi un paio di giorni prima di ripartire, per aspettare che aprano i negozi e poter fare quello che c’è bisogno di fare. Questa volta è andata proprio così, e ieri abbiamo avuto tutto il tempo di fare i turisti a Gibilterra.

Dalla parte spagnola dove è ormeggiata la Freya (che non a caso si chiama La Linea) con una breve passeggiata si arriva alla frontiera con Gibilterra, territorio del Regno Unito. Sembra di passare su un altro pianeta. Da tapas, signore chiassose e anziani che fumano davanti ad un bicchiere di vino rosso si passa nel giro di 500 metri a quello che sembra il centro di Brighton. Dai bar escono le voci delle telecronache della Premiere League, nei tavolini ordinati dei pub più irlandesi che si possano immaginare si beve quasi solo birra. La differenza è spiazzante.

La vera attrazione turistica di Gibilterra è ovviamente la rocca: una meraviglia dal punto di vista naturalistico, viste mozzafiato e un enorme fascino storico. Si possono visitare alcuni dei cunicoli scavati dentro alla roccia dagli inglesi fin dal 1700 per puntare i cannoni sulla Spagna e sullo stretto (54km scavati a mano!), le grotte scavate dall’acqua e modellate nel tempo con migliaia di stalattiti e stalagmiti, il faro di Punta Europa, e ovviamente la punta più alta della rocca con l’insediamento di scimmie.
Se si passa un po’ sopra al kitsch delle illuminazioni delle grotte e dei manichini di soldati inglesi dentro ai cunicoli, la visita negli interni della rocca e’ davvero affascinante.

Soprattutto è affascinate pensare a cosa siano destinati gli altri chilometri che non si possono visitare. Ci dicevano che l’interno della rocca è ben stivato di acqua, viveri, sistemi di telecomunicazione e quant’altro potrebbe servire in caso di assedio. Durante quello più famoso, alla fine del 1700, gli inglesi stavano morendo di scorbuto per la mancanza di viveri freschi e in cambio della fine dell’assedio offrirono alla Spagna l’intera isola di Minorca e la Florida. Oggi non si arriverebbe a tanto, ma un appartamento sulla rocca costa ancora un bel po’ di soldi. Sarà la vista mare.

Io in realtà non ho fatto altro che guardare l’Africa oggi, e credo che il fascino più grande di questo posto sia proprio il potersi allontanare così tanto, culturalmente, in poco tempo. Spero che io e Omero avremo un po’ di tempo per perderci nelle strade di Tangeri.

vista dalla rocca di gibilterra
i cunicoli della rocca di gibilterra
rocca di gibilterra
omero a gibilterra

 

scimmia gibilterra
fish and chips gibilterra