Notte in oceano
A bordo, in una notte in pieno oceano Atlantico, sono impegnati in un intreccio di comunicazioni notturne. Radar perché c’è una nave che passa, mail a mogli e famiglie, la meteo da scaricare, ritrovare numeri e indirizzi per la mia lista della spesa di cose per la Freya. Di notte c’è buona propagazione, e mentre a terra dormiamo in mare niente si ferma: i turni continuano, le vele portano, i motori lavorano ininterrottamente, su “quel mare scuro che si muove anche di notte e non sta fermo mai“. La notte è magica, in oceano.
Il buio è totale, tutto è nero.
Tranne la trama scintillante delle stelle che rischiano di distrarti dal timone, soprattutto quando decidono di cadere e tracciano delle scie luminosissime che sembrano così vicine. Non si può fare a meno di alzare il naso e spalancare la bocca…
Tranne la luna che sorge, rossa infuocata, enorme, e piano piano sale diventando un faro che illumina d’argento il nero del mare.
Tranne la scia della barca, che è bianca e fluorescente, di notte, il segno reale e transitorio di un passaggio che spesso sembra un sogno.
Piano piano cominceranno a vedere il cielo che si tinge di rosa a prua.
L’alba… finalmente. La tensione si allenta un po’, i colori riprendono i toni accesi del giorno, l’arancione, il viola, il blu, il giallo. Ma lentamente, come ogni giorno si meriterebbe di cominciare, sentendo per prima cosa la grandezza del sole, la piccolezza delle nostre cose affannate di fronte alle forze che ogni giorno semplicemente sono e si ripetono.
La forza strabiliante della natura.
(Grazie Fede per la foto)