Le isole non trovate
Tra una settimana sarò in viaggio verso le Azzorre per raggiungere Omero e la Freya e riaccompagnarli in Mediterraneo, e comincio a studiarle un po’. La geografia, la cultura, la flora che tutti elogiano e che pare sia la più varia al mondo, la bellezza mozzafiato dei paesaggi. Per non parlare (per i velisti) dei murales delle banchina di Horta che ogni equipaggio dipinge all’arrivo, o del mitico bar Peter. Ma per oggi mi soffermo sulla storia delle Azzorre, che ha davvero contorni vaghi e affascinanti.
Conosciute fin da epoche lontane, visto che compaiono già negli atlanti medicei del XIV secolo come Islas de la Ventura, eppure difficili da trovare, se i portoghesi riuscirono a tracciare la rotta per approdare e rivendicarne il possesso solo nel 1427 – erano loro a chiamarle “le isole non trovate“.
Al centro delle rotte degli scambi, sosta obbligata per chi attraversa l’oceano, eppure fuori dal mondo, tanto che non si trova neppure una guida turistica dedicata alle Azzorre.
Remote, lontane, eppure capaci di accogliere tutte le razze e tutte le specie, di uomini e di piante, con il loro clima unico al mondo dove qualsiasi cosa riesce a crescere rigogliosa.
Il motto all’interno del loro stemma “Piuttosto morire come uomini liberi che essere schiavizzati in pace” non suona strano se pensate all’indole che possono avere gli uomini (e le donne) che vivono in mezzo all’oceano Atlantico, e che per molto tempo per lavoro hanno cacciato le balene su piccole barche, sfidando quel mare ogni giorno. Melville descrive i marinai balenieri delle Azzorre come “forzuti paesani di quelle coste di pietra“, e ne mette non pochi tra gli equipaggi delle baleniere di Moby Dick.
Insomma secondo me di materiale per una guida ce n’è in abbondanza. Ma forse le Azzorre, come le balene che vivono da quelle parti, non vogliono essere trovate da tutti. Forse si mostrano solo a chi ha la pazienza, la forza e l’umiltà di affrontare il mare che le protegge e le nutre. E forse è giusto che restino così, appartate, silenzioso riparo per marinai e balene che non aspettano altro che riprendere il mare.