La polvere di simpatia – Breve storia della Longitudine

A dire il vero stavo per scrivere un post piuttosto “classico” per la traversata, descrivendo la storia della longitudine, la cui misurazione per secoli ha afflitto i naviganti, e la geniale risoluzione al problema ideata da John Harrison, orologiaio inglese del XVIII secolo. Già questa storia è abbastanza affascinante per un’epoca in cui il GPS costa meno di una cena, ma quella in cui mi sono imbattuta studiando l’argomento ha dell’incredibile.
Vado per ordine. E mi dilungo un po’, tanto piove e c’è tempo per leggere..

Il problema della longitudine

Il “problema della longitudine”, come lo chiamavano gli inglesi che da dominatori dei mari ne erano particolarmente tormentati, indicava l’impossibilità, fino alla metà del 1700 circa, di determinare la longitudine di un qualsiasi punto sulla terra, ovvero la sua distanza dal meridiano di riferimento.
Pensateci un attimo.

La latitudine, ovvero la distanza dell’equatore, si poteva misurare più o meno facilmente rilevando ad esempio l’altezza della stella polare, o del sole, rispetto alla propria posizione e calcolando la differenza angolare.

storia della longitudine mappa del globo

Ma come calcolare la distanza di due punti sulla terra che vedono esattamente lo stesso cielo, con le stelle alla stessa altezza (stessa latitudine), ma in due momenti diversi (diversa longitudine)? Si entra nella quarta dimensione, quella del tempo… 

Gli inglesi, che sono di indole pratica, decisero che era conveniente investire nella risoluzione di questo problema piuttosto che continuare a perdere navi e bastimenti che non riuscendo a determinare il punto nave naufragavano e andavano a scogli, e istituirono un premio in denaro per chi fosse riuscito a trovare una soluzione praticabile. Il mondo si divise in due: da un lato gli astronomi, che cercavano la soluzione nella determinazione della posizione della terra rispetto agli astri, dall’altro gli orologiai, che presero la strada della quarta dimensione…

In teoria non e’ difficile. Visto che ogni 15 gradi di longitudine corrispondono ad un’ora (la 24esima parte di un giro completo di 360 gradi che la terra compie su se stessa in un giorno), sapendo esattamente che ora è  in due posti del globo nello stesso momento il calcolo della longitudine diventa piuttosto semplice. Il fatto è che gli orologi erano fino a quel momento solo a pendolo, ingombranti e pesanti, altamente imprecisi già a terra, assolutamente inaffidabili in mare con rollio, oscillazioni varie, sale a corrodere gli ingranaggi.

John Harrison e l’invenzione dell’orologio da taschino

orologio john harrison storia della longitudine

H1, il primo cronometro marino

John Harrison ci mise più di quarant’anni, ma riuscì a costruire un cronometro marino (che pesava oltre 30 kg!) che sgarrava l’ora solo di pochi secondi al mese attraversando gli oceani. E lo trasformò infine in un orologio da taschino, rendendolo accessibile a tutti.
Dopo lunghe peripezie e diversi tentativi, il premio in denaro della Comissione inglese per la Longitudine andò per metà a lui, e per metà  a Nevil Maskelyne, astronomo reale, che stilò le tavole delle distanze lunari per il calcolo astronomico della longitudine.

La storia di John Harrison è avvincente, e il libro di Dava Sobel che la racconta, “Longitudine”, una piacevole lettura. Oltre alle questioni tecniche descrive infatti anche le difficoltà che Harrison, “semplice orologiaio” ebbe a far accettare la propria geniale trovata ai club aristocratici ed astronomici di Londra, con tanto di retroscena, colpi bassi, trame da film giallo e gossip dell’aristocrazia.

La povere di simpatia: cosa c’entrano i cani con la longitudine

Leggendo l’affascinante storia di Harrison mi sono chiesta se prima ci provassero almeno, in qualche modo, a calcolare ‘sta benedetta longitudine. Una piccola nota di wikipedia ha attirato la mia attenzione: “Già nel ‘600 si era pensato di risolvere il problema attraverso le possibilità offerte dalla polvere di simpatia“. Ovvero???

Cito: “La Polvere di simpatia o Unguento armario (Unguentum Armarium o Weapon Salve) era un preparato medico composto da una mistura di vetriolo polverizzato e gomma che, all’inizio del XVII secolo, l’inglese sir Kenelm Digby aveva reso famoso per il potere di risanare più velocemente una ferita causata da un’arma o una piaga. Si credeva che il risanamento si verificasse per un fenomeno dovuto alla luce del sole che, quando illuminava un oggetto, rimbalzava staccando da questo atomi che l’aria e il calore portavano lontano senza che, data la costituzione infinitesimale degli atomi, ci si potesse accorgere di un qualsiasi mutamento del corpo illuminato”. […]

In sostanza la polvere di simpatia, secondo questa credenza, agiva a distanza: se cosparsa sull’arma che aveva inflitto la ferita, i suoi atomi insieme a quelli del sangue, catturati dalla luce, si sarebbero andati a riunire “per simpatia”, per affinità sostanziale, a quelli del sangue sulla ferita.

[…] “Il metodo per la misurazione della longitudine che si rifaceva alle proprietà della polvere di simpatia consisteva nel prendere un cane, procurargli una piaga in modo che rimanesse sempre aperta e imbarcarlo su una nave. Ad un’ora concordata, per esempio a mezzanotte, nel porto da dove era salpata la nave si spargeva una sostanza irritante sulla lama insanguinata che aveva ferito l’animale con l’effetto di provocare dolore al cane che avrebbe guaito segnalando in questo modo che «in quel momento era mezzanotte sul meridiano di partenza e, conoscendo l’ora locale, si poteva dedurre la longitudine»”.

Se volete approfondire potete anche leggere le molte cose che Umberto Eco ha scritto sul tema, fantasticando un po’ sui fatti..

Intanto, comunque, lode a John Harrison per aver trovato il modo di calcolare la longitudine, per aver combattuto i pregiudizi aristocratici dei circoli londinesi, i pregiudizi della superstizione, e aver messo fine alle sofferenze di chissà quanti poveri cani…

 

storia della longitudine
John Harrison e il suo primo orologio da taschino – Steve Jobs e il suo primo GPS da taschino