Tutti i colori da Saint Vincent a Santa Lucia
Stamattina abbiamo lasciato St. Vincent all’alba, tra un gallo che cantava e il rumore della risacca. In silenzio, gli occhi ancora un po’ chiusi, abbiamo salpato l’ancora sotto uno spicchio di luna gialla appesa in un cielo viola e rosa, la luce del sole ancora pallida dietro al profilo scuro delle montagne. Uno spettacolo meraviglioso, dai colori e dai suoni purissimi. Costeggiando l’isola abbiamo avuto la fortuna di vedere la cima del vulcano, di solito coperta dalla foschia, e di goderci in una mattina veramente tersa il panorama della giungla fitta che arriva a toccare il mare.
Omero raccontava che St. Vincent è stata l’ultima delle Grenadine ad essere colonizzata. Popolazioni native particolarmente agguerrite hanno impedito a lungo agli inglesi di sbarcare, aizzate anche dai superstiti del naufragio di una nave carica di schiavi, che avevano raccontato della cattiveria dell’uomo bianco. Il racconto stride con la gentilezza degli abitanti di oggi, che sono senza dubbio tra i più accoglienti della zona, tranquilli e sorridenti. C’è anche da dire che io ho un debole per St. Vincent… Ogni volta mi sembra di dare ancora in mezzo ad una foresta africana, o brasiliana, tanto il verde è brillante, e la pace che si respira qui è rara.
Sull’estrema punta nord dell’isola c’è una palma, piegata sul mare, che è quasi mitologica per gli skipper che lavorano quaggiù. Le ho anche fatto una foto, spero riusciate a vederla. È su di lei che va messa la prua prima di entrare nel canale verso Santa Lucia, la famigerata lavatrice. Si stringe più che si può, cavalcando onde e vento che si incanalano quando arrivando dall’oceano aperto incontrano l’isola, e poi una volta fuori si cerca di restare in rotta.
Oggi è andata di lusso. Nemmeno un prelavaggio delicati direi, ma una morbida risciacquata con 15 nodi di vento da est, poca onda, e un bel sole. Tanto che siamo riusciti a stringere fino ad arrivare sotto i Pitons, i due coni vulcanici di Santa Lucia. Abbiamo preso una boa proprio al centro del cratere, tra il grande e il piccolo Piton, soli e indisturbati. È un posto semplicemente meraviglioso, con un’acqua limpidissima e un fondale molto ricco. Ma anche qui sono soprattutto i colori a lasciarmi senza fiato ogni volta. Tra le pendici dei crateri e l’acqua ci sono tutti i toni del verde e del blu, e il sole regala ogni volta una sfumatura diversa. E anche se siamo un po’ stanchi, siccome ci mancano ancora il rosso e l’arancione per completare la tavolozza, stiamo risalendo verso Rodney Bay per il tramonto.