Diario di bordo – 7 dicembre 2014
Stasera la radio e’ un disastro, ma Omero oggi e’ particolarmente grafomane e un paio d’ore fa mi ha scritto che la Freya continuava a procedere con poco vento, una decina di nodi da SSE, in aumento sotto i temporali che ogni tanto li bagnano. Una giornata un po’ balorda, dice, speriamo che domani abbiano di nuovo vento per godersi l’ultima cavalcata, e un po’ di sole per asciugarsi.
Mancavano 157 miglia alla Martinica, e se continuano di questo passo domani in giornata qualcuno si trovera’ a gridare “terra terra!” come nei romanzi… Eh si’, succede proprio cosi’! Per non creare falsi allarmi sulla Freya c’e’ una regola: se qualcuno grida terra ma si sbaglia, paga da bere a tutti (e dopo tre settimane di mare proprio non conviene!).Inutile che provi a spiegarvi quel momento… e’ troppo difficile.. e credo che sia diverso per ognuno di noi. Io non ho parlato per due ore, quando abbiamo lasciato a dritta la punta sud della Martinica e per la prima volta dopo 20 giorni abbiamo dovuto stringere il vento e navigare vedendo terra. Ero seduta in pozzetto dietro ad uno dei compagni che, ritrovati i gesti della navigazione a cui siamo abituati, cazzava e lascava il fiocco di continuo. Non me lo dimentichero’ mai. Quando abbiamo dato ancora, nemmeno il tempo di far bollire l’acqua per gli spaghetti e gia’ ci eravamo bevuti una bottiglia di vino a testa, giusto per tenere buona l’adrenalina, e continuavamo a cercare appigli dappertutto anche se la barca era finalmente ferma. Eravamo tutti molto, molto frastornati… Ed ecco di nuovo quella sensazione dolceamara: sono contenta che stiano per arrivare, ho voglia di sentire Omero e di saperli a terra, ma mi dispiace davvero tanto di non poter vivere piu’, attraverso di loro, le piu’ belle sensazioni della mia vita.Ore 13 UTC
Ricevo da Omero:
Ieri e’ stata una giornata molto nuvolosa, come pure la notte, e siamo stati molto impegnati in costanti cambi di velatura. Il gennaker murato sull’ancora (invece che sul bompresso fuori uso), poi con l’aumentare del vento trinchetta, poi il vento e’ calato e di nuovo gennaker. Quando il vento e’ girato a bolina abbiamo aperto il genova, poi e’ di nuovo calato, dato motore e genova. Insomma tutto il giorno di questo andazzo. Di notte tutta una serie di groppi ci ha dato un vento da S di circa 20 nodi, e una bella spinta alla Freya.
Anche se abbiamo navigato tutta la notte di bolina piuttosto stretta il mare e’ rimasto calmo: vedere la Freya scivolare a otto nodi su quel mare scuro come la pece era un incanto, solo qualche macchia di plancton a illuminare la scia, la luna piena solo per un attimo ci ha illuminato trovando una fenditura nelle nuvole, nuvole nere minacciose, i lampi lontani, gialli e rossi, ne illuminavano i bordi, sembrava quasi che qualcuno in cielo scattasse foto a noi marinai intrepidi intenti a sfidare le forze della natura.La Freya si trova a 14°35N 57°49W (vedi mappa).
Mancano 196 miglia (e allora prima forse avevo capito male, potete cominciare a preparare i telefoni per lunedi’ sera!).Ore 11 UTC
Due minuti di chiacchiere sul satellitare (bruscamente interrotti).
Sulla Freya tutto bene, anche li’ nell’oceano sono sotto una pioggerellina sottile e qualche nuvola.
Dopo una notte in cui hanno camminato bene adesso il vento ha mollato, e stanno procedendo a vela e motore a circa sei nodi. Navigano ancora praticamente di bolina, con poco vento.
Mancano circa 240 miglia alla Martinica, salvo imprevisti i conti sono presto fatti…
Cara Sara, prima che i nostri tocchino terra ti ringrazio davvero di cuore per tutta la compagnia che hai fatto in questi giorni a noi che ti leggiamo dalle nostre case. Buona notte a te, a tutto l'equipaggio, a Omero, e un bacio speciale a Carlo dalla sua Carlotta (e da me..) CIAOOOOOO
Grazie a voi! Davvero! Buonanotte <3
Ciao Sara, sono contenta di sentire che sono quasi arrivati a terra e anche a noi tornano in mente quei bei momenti in cui non sai se sei più contento perché ormai inizi a capire di avercela fatta… o se sei più dispiaciuto perché l'avventura è finita… io non avrei voluto scendere dalla Freya, e l'odore della terra che mi ha investito in avvicinamento al faro di Le Marin mi torna in mente ancora oggi, dopo 7 anni dalla nostra traversata… ora in attesa della prossima avventura, ci consoliamo con la nostra nuova barchina, che finalmente siamo andati a prendere a Chioggia e che ci aspetta sul lago…
Che bello Silvia… Che poi uno si aspetta odori di fiori tropicali o chissa' quali essenze, mentre ai Caraibi c'e' soprattutto odore di pollo arrosto!!!