Quasi arrivati alle Azzorre, sulla Freya l’avventura continua

La mia speranza di arrivare domani a mezzogiorno è sfumata.
In nottata il vento è calato facendoci abbassare la velocità media e stamattina ho acceso il motore, nel pomeriggio è tornato un po’ di vento da ovest, quindi di nuovo a vela.
Speriamo domani sera di essere al ristorante.
Come al solito il pescatore di bordo cala sempre la lenza al mattino presto e al massimo dopo un paio d’ore la lenza comincia a tirare: anche stamattina mi hanno chiamato per recuperare a bordo la nostra futura cena ma… mentre recupero la lenza mi accorgo che qualcosa non va, difatti alla lenza non è attaccato un pesce bensì un gabbiano, probabilmente è stato attratto dalla solita esca “brasiliana” verde smeraldo ed è rimasto attaccato all’amo con l’ala.
Sono riuscito a portarlo sulla Freya e con l’aiuto del nostro chirurgo di bordo siamo riusciti a liberarlo, fotografarlo e coccolarlo un po’ prima di lasciarlo ripartire.
Per fortuna volava ancora, la ferita non l’ha mutilato.
Un’ altra sorpresa questa mattina è stata lo scoprire il nostro deposito della spazzatura completamente allagato.
Cosa è successo? A bordo conserviamo gli involucri di plastica e le bottiglie, li raccogliamo in sacchi di plastica, quelli spessi, e li mettiamo ben legati dentro al gavone della catena a prua.
Prima della partenza abbiamo tolto la catena e messa in sentina.
Queste erano le istruzioni: “devono essere legati bene”, invece non sono stati legati abbastanza bene e tutta la spazzatura è uscita, ha intasato i fori di drenaggio, il gavone si è riempito d’acqua e, per finire, tutto si è impigliato dentro al meccanismo del rullafiocco!

Una mattinata intensa, ho inventato qualche nuova imprecazione ed alla fine abbiamo sistemato tutto.
Si stanno avvicinando alcune nuvole cariche di pioggia arriverà sicuramente un colpo di vento, vado a prepararmi.
Omero, 16 aprile 2009, dall’Oceano.