Crociera tra l’Arcipelago della Maddalena e le Bocche di Bonifacio con Omero Moretti
Cena Bucatini con le vongole (mmmmhhh…) Carpaccio di salmone fresco con salsa tropicale
(molto buono tanto che chiediamo la ricetta della salsa: prezzemolo, sedano, acqua, limone e cipolla rossa, -variante alla ricetta originale con il porro-)
Si dorme all’ancora davanti a Porto Rafael
Partenza per le Bocche di Bonifacio. Fuori dalla rada onda formata, 35 nodi di vento e raffiche!
Emozionante! stranamente non ho paura; evidentemente Omero dà sicurezza!
Non è possibile andare avanti, ritorniamo sulla nostra scia. (Vedi il racconto veristico di Omero in La sventolata )
Si ripara a Spargi, Cala Cornari, davanti alla Spiaggia dell’Amore, dicitura non trovata sulle cartine (ho il dubbio che il nome sia creazione di Omero). La cala è deserta, non ci sono altre barche. Ci tuffiamo nelle acque limpide e turchesi, e nuotiamo fino alla spiaggia di sabbia bianca finissima.
Sosta per la notte alla boa in una cala vicina. Passiamo una piacevole serata divertiti dalle rivelazioni di Ketty sul suo ultimo amore virtuale, il famoso Luca Antonio che ci ha accompagnerà, sempre virtualmente, per tutta la vacanza. Risate alla melatonina e al vermentino della simpaticissima Mary, seguite da un sonno profondo.
Bagno di prima mattina, ma la famosa Spiaggia Rosa è off limits. Pare che orde di turisti portate dai barconi si portassero via la sabbia. Comunque avrebbero rovinato il paesaggio! meglio vederla da lontano nella sua indescrivibile bellezza! Sbarchiamo a terra col canotto in una cala vicina e facciamo visita alla dimora estiva, di sapore vagamente polinesiano, del guardiano di Budelli, individuo originale, creativo, che vive sull’isola per dodici mesi all’anno da 18 anni. Vive con un’amica che ci ha accolto e raccontato le loro comuni origini. E’ stato un incontro molto piacevole e ricco di valori umani.
Salpiamo di nuovo, la leggera brezza di levante ci permette una sosta nell’isola di Razzoli, nell’unica baia riparata. Cala Longa ci accoglie con le sue meravigliose rocce rosse che sembrano fatte di sabbia colata come i castelli di sabbia dei bambini.
Nuotata salutare di 30 minuti; mentre i corpo si rassoda, gli occhi scivolano su uno scoglio che mi ricorda una scultura di Henry Moore.
Il pranzo a base di prosciutto, mozzarella, pomodori e insalata con cipolla rossa di Tropea favorisce l’immediato “abbiocco”.
Primo bagno di Ketty che, travestita da aragosta, con muta arancione e pinne, nuota in mezzo alle numerose occhiate (specie di pesci frequente in questi mari).
L’Isola di Razzoli è spettacolare, un’isola disabitata con rocce rosse che contrastano sorprendentemente con la verde e profumata macchia mediterranea. I grandi cespugli tondeggianti sono perfetti, sembrano potati da un misterioso giardiniere!Mentre l’aragosta Ketty nuota, io e Claudio ci muoviamo lungo una carrabile militare per una passeggiata verso il vecchio faro. Avvistate: una lepre e due starne.
Risalendo la collina assolata ma ventilata, godiamo la vista su tutto l’Arcipelago della Maddalena; dal faro sull’altro versante, il panorama verso la Corsica è a quattro, anzi…dieci, stelle.
Ritornati alla barca, Omero, gentilissimo, ci porta con il gommone sulla spiaggia in fondo alla cala, dove ci accoglie, infissa sul bagnasciuga, un’artistica scultura costituita da un grosso tronco modellato dal mare.
Mentre Ketty fotografa ripetutamente il tronco-scultura, conosciamo anche il suo autore, un tipo dal fisico ancor più artistico che si rivela spontaneamente come creatore dell’opera.
Sono le 19, c’è un’atmosfera magica. Omero, con prosaica ironia, afferma che l’ora che volge il disio ai naviganti … porta zanzare; torniamo quindi velocemente a bordo per non essere sbranati dagli spiacevoli insetti. Durante il ritorno, scuola-guida di canotto; Mary sta imparando; piano piano…arriviamo sani e salvi!Bellissima serata con luna quasi piena e due bottiglie di Vermentino in cinque (in realtà Ketty e Mary, poco o niente, non sono grandi bevitrici). Appassionati canti anni settanta ed oltre (all’indietro!) durano fino a mezzanotte. Ketty conosce tutte le parole di tutte le canzoni, una vera e comoda sorpresa. A mezzanotte però il juke-box spegne, ordine del comandante sempre attento e rispettoso delle barche ormeggiate non lontano. Sarà per non disturbare in baia, ma anche perché lui ronfa già da un po’!
Cena: Maccheroni al pesto genovese, Straccetti di pollo con zucchine
Da Cala Longa dirigiamo verso Lavezzi (Corsica), dove si prova ad ormeggiare. Destreggiandosi abilmente tra numerosi scogli affioranti, Omero pensieroso, dice: – La situazione non mi piace -.
Peccato, l’acqua era verde chiaro intenso e si vedeva nitido il fondo sabbioso. Si ripiega all’isola di Cavallo.
Bagno con pinne e maschere, giro di chiglia in gruppo e vari tentativi d’immersione, ma ahimè non ci riesco più, la ciccia mi fa galleggiare in questo mare troppo salato!
Omero prepara un fresco e piacevole pranzo: Prosciutto e melone insalata con cipolla rossa, pecorino sardo.
Poi esibendo un sicuro francese telefona in porto per la prenotazione del posto: – Ici Freya, il y a un place pour la nuit?- quindi esegue nel traffico le manovre per gettare l’ancora . Qualche momento di tensione per una barca che rischia di gettare l’ancora sulla nostra; Omero si incazza ma mantiene il contegno.A Bonifacio Ketty compra un vestito e due bellissime paia di scarpe uguali, uno bianco ed uno nero, da portare anche scambiate: che raffinatezza!
Segue cena sontuosa: ottimi scampi alla Omero (praticamente alla buzzara anche se lo schef rifiuta ogni definizione) accompagnati da profumato pane riscaldato nel forno, per gradire il gustoso sugo).
un grosso scorfano al forno con patate e, per finire, persino una torta cotta nel forno: il bisulan secondo la ricetta della nonna mantovana. Segue lunga e concitata discussione sulla fedeltà in amore: i pareri sono discordi.
Viene a salutare lo skipper che aveva rischiato di ingarbugliarci l’ancora e, con il capo coperto di cenere, si scusa per la manovra di ormeggio; si fa riconoscere da Omero come suo ex cliente. Ok, perdonato all’istante anche perché porta a bordo una bottiglia di mirto. Io ottengo il mio adorato Armagnac. Si esaurisce anche la bottiglia di Porto, che per fortuna non era piena.Sono un po’ offuscata, seguo Claudio nella sua passeggiata e mi addormento su una panchina con suo grande disappunto. Mi risveglia e mi trascina in barca. Di nuovo mi redarguisce perché canto un po’ sguaiatamente “Poesia” di Don Backy. Offesa ed amareggiata mi corico a prua. La testa finisce sull’oblò’ aperto della cabina di Ketty, che entrando per dormire si spaventa per lo scalpo che pende dall’alto.
Mi risveglio dopo un po’. Chissà se Omero e Mary sono ritornati dalla loro passeggiata!
Risveglio a Bonifaziu
Colazione col bisulan rimasto e pain du mort con noci e uvetta comprato alla boulangerie.
Ketty, soprannominata Piccola Vedetta Lombarda, fa la posta al piacevole e solitario biondo del Grand Soleil 51 già avvistato a Cala Longa.
Si ride ancora di Lupo Antonio (incrocio tra Luca Antonio e Lupo Alberto) e della sua Marta (Ketty).
Si fa acqua e si parte a motore.
Secondo e lungo tentativo di ancoraggio nelle acque della piu bella baia di Lavezzi, ma ancora “la situazione non è buona”, come dice Celentano,
Si gira intorno alla punta e si cala l’ancora dall’altra parte, un po’ meno bella; si vede di lontano il paese di Cavallo che ricorda la triste vicenda di Vittorio Emanuele di Savoia.
Si potrebbe passeggiare a Lavezzi, ma siamo tutti un po’ mosci. Mentre Omero cucina, telefonate e riposo; avevo dimenticato che era il giorno degli esami dei miei figli; completamente rilassata nella vacanza le mie ansie materne si sono affievolite.
Pranzo con
Melanzane grigliate e marinate (anche nelle preparazioni più semplici c’e un’amorevole cura) pecorino, salame, insalata di pomodori con cuori di palmaPartiamo di lasco con onda alta, fiocco ridotto e due mani di terzaroli, vento sostenuto di 25 nodi.
Mary tiene il timone, ed impara ad anticipare l’onda. Poi è Claudio che tiene il timone fino a Cala Liscia. Si vede una lunghissima spiaggia fino all Isola dei Gabbiani, il vento fresco non ispira il bagno, ma la luna piena, visibile anche con la luce, è strepitosa.